14790430804_f7e38eae7d_o

Accadde oggi, 22 aprile

Di Rita Levi Montalcini, neurologa, senatrice a vita e premio nobel per la medicina nel 1986, vorremmo qui ricordare soprattutto la tenacia, la spensierata determinazione ad essere libera e a percorrere la sua strada, senza temere gli ostacoli e godendo dei momenti felici.

Nata in una famiglia di ebrei sefarditi, decide di non sposarsi per potersi dedicare alla medicina: a vent’anni sogna di andare in Africa a curare la lebbra, sulle orme di Albert Schweitzer, ma la guerra e soprattutto la passione per la ricerca – era allieva dell’istologo Giuseppe Levi, padre di Natalia Ginzburg – la tengono inchiodata al suo laboratorio. Le sue ricerche negli anni Cinquanta la porteranno alla scoperta del fattore di accrescimento della fibra nervosa o Ngf, per cui otterrà il nobel. Una parte del premio ricevuto lo donò alla comunità ebraica di Roma per la costruzione di una nuova sinagoga. Insignita anche di innumerevoli altri riconoscimenti, è stata tra l’altro la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze.

Più che una scienziata si sente un’artista: sempre molto attenta ai giovani, con cui aveva la capacità di parlare in modo diretto e senza la minima supponenza, ha incoraggiato con il suo esempio generazioni di ragazzi e ragazze a impegnarsi per realizzare la propria vocazione. In una bellissima intervista collettiva con alcune giovani ricercatrici (https://www.youtube.com/watch?v=BdVCxZOteFY), alla domanda «qual è l’importanza delle donne nella ricerca del futuro?», risponde: «Non dovete preoccuparvi del ruolo delle donne, perché il futuro potrebbe essere molto diverso da come ce lo aspettiamo. Non serve fare previsioni ma agire in maniera eticamente corretta». E quando le chiedono se ha avuto rimpianti, prima sembra non capire la domanda, poi reagisce con nettezza: «No! Never».

Muore il 30 dicembre 2012, a 103 anni.

Foto: Rita Levi Montalcini, Licenza CC BY-SA 2.0, by Flickr