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Friendship Presbtyterian Church

Potrebbe essere sintetizzata così la storia della Friendship Presbyterian Church. La PcUsa (Presbyterian Church in USA ) è organizzata secondo il modello congregazionalista: ogni chiesa è proprietaria del suo edificio ( o paga un affitto ), provvede alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria e allo stipendio della propria pastora o dei propri pastori. Ognuno di essi ha quindi un contratto e uno stipendio diverso, a volte anche con differenze notevoli, all’interno della stessa chiesa. L’impegno finanziario per ogni membro di chiesa è quindi rilevante e quando, per motivi diversi, un chiesa perde nel corso degli anni diversi fedeli può succedere che questa non riesca più a sostenere le proprie spese. I motivi possono essere diversi: la zona perde residenti, la chiesa invecchia e non ci sono nuovi ingressi, alcuni membri preferiscono frequentare un’altra chiesa per ragioni teologiche o per via di conflitti. O può accadere che alcune manutenzioni non preventivate causino dei grossi problemi economici alla comunità. Può quindi capitare di avere dei vecchi edifici con poche persone che sono però affezionate al proprio luogo di culto, alla sua storia, alle proprie abitudini. Allo stesso tempo i numeri e le finanze non permettono di vedere il proprio futuro in maniera rosea.

E’ quello che è successo più o meno alle due chiese di Norwood Park e St. Andrew of Oriole Park. La scelta non era facile, chiudere, vendere? I pastori che avrebbero fatto? La storia di due chiese, una di circa 100 anni, l’altra di 50, cancellata. I muri, le panche, i luoghi della propria fede, del proprio matrimonio e del battesimo. A volte i muri sono più importanti delle pagine del testo biblico. Poi ci si è messi attorno ad un tavolo. Prendere decisioni quando si ha l’acqua alla gola non è mai facile, ci si rinfaccia colpe e responsabilità, si propongono progetti a cui mancano soldi e persone che se ne occupino. Ci sono voluti due anni di discussioni, ricerche, domande, litigi, progetti. Poi la rinascita. I due vecchi locali di culto sono stati venduti e un nuovo locale è stato identificato: la vecchia stazione dismessa del treno regionale. Circondata da un piccolo giardino oramai da anni la stazione era chiusa e solo grazie alla cura di un comitato cittadino locale non era completamente caduta in disuso e, pur non funzionando più la biglietteria, offriva ancora un riparo ai passeggeri che salivano a Norwood park. Le due chiese e il comitato hanno trovato l’accordo per la risistemazione dei locali e per un affitto. I soldi risparmiati per la manutenzione dei due vecchi edifici e le persone che per anni hanno dedicato il loro tempo alla loro cura hanno trovato un nuovo progetto: sistemare il nuovo locale di culto in modo da poter avere una piccola cucina, una sala per 60-80 persone per il culto e una per altre attività. Ma qualcosa di nuovo era cominciato. Un’unica chiesa, con un pastore nuovo per un periodo di interim e poi una nuova pastora, Shawna Bowman, che ha accolto con piacere la nuova sfida.

Tutto si sposta e si può cambiare velocemente, dal carrello che contiene le sedie alle finestre che vengono periodicamente ri-decorate dai membri di chiesa secondo l’anno liturgico. «Poi si lava il colore acrilico e si dipinge qualcosa di nuovo», mi spiega Shawna ( ex insegnate di visual-art ). «La cosa più difficile è stata far accettare che si chiudessero due chiese per permettere che qualcosa di diverso, insieme, potesse nascere. Alcuni erano arrabbiati, mi hanno detto, e se ne sono andati, ma oggi la chiesa funziona bene da circa 7 anni e anche il nuovo nome che hanno scelto racconta la storia di un’amicizia, di un progetto nato per necessità e che adesso ci costringerà nuovamente a cambiare». Vaghiamo per dieci minuti nella zona dei sobborghi nord di Chicago e poi Shawna mi mostra un ex magazzino. «Sono 400mq, non costa troppo, vicino c’è un teatro con cui possiamo collaborare, la fermata del bus e della metro. Ci sono dei cafè e la zona si sta riqualificano, alcune famiglie giovani si stanno spostando qui» mi spiega con il tono di chi conosce il quartiere. «Avevamo bisogno di più spazio perché altrimenti la chiesa non può crescere. La scuola domenicale funziona male perché siamo costretti a farla nella sala d’aspetto e non abbiamo una vera cucina». Mi illustra un progetto diaconale di aiuto e finanziamento nella città: un servizio di cura e primo intervento per coloro che non hanno casa, chiamato Night Ministry, organizzato a livello interreligioso e finanziato dalle comunità religiose locali. «Ci metteremo un po’ a traslocare ma era importante trovare una collocazione adeguata: che non desse fastidio ad altri, che non fosse troppo vicino a nessuno dei gruppi presenti in chiesa per mantenere la neutralità, che non fosse troppo lontano per non perdere quelli che ci sono ora, che fosse funzionale. La cosa bella è che adesso possiamo sognare per arredarlo come vogliamo noi e in modo che funzioni per il tipo di chiesa che volgiamo, è una grande sfida per i membri di chiesa e anche molto coinvolgente per riguarda il loro modo di vedere la chiesa e il rapporto con Dio e con la città». Ci mettiamo a discutere insieme del colore più adatto per le pareti,, sarebbe bello avere delle pareti che si possano cambiare a seconda delle occasioni, e subito mi fa un disegno di pannelli scorrevoli su rotaie a prezzi più che ragionevoli per separare gli ambienti.. Ci dirigiamo insieme far la spesa.

Stasera la chiesa offre un piccolo rinfresco e un concerto rock blues agli abitanti del quartiere, offerta libera a vantaggio dei progetti diaconali. La musica è di alto livello, ci sono anziani e giovani coppie con bimbi, anche la colletta è buona. Ottimo segno.

Foto: http://fpcchicago.org/