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Rispondere con più coraggio alla crisi dei rifugiati

Membri noti delle chiese cattolica e protestante in Ungheria hanno lanciato una petizione online che chiede ai leader delle Chiese cristiane di rispondere con più coraggio alla crisi dei rifugiati seguendo l’esempio di Gesù Cristo e servendo il Vangelo, piuttosto che lo Stato.

La lettera aperta, che finora è stata sottoscritta da più di 400 firmatari, esprime preoccupazione per «la crescente xenofobia» in Ungheria unita ad un generale atteggiamento di chiusura della gente e delle leggi.

La petizione è nata a seguito dell’entrata in vigore il 28 marzo scorso di una nuova legge in base alla quale tutti i richiedenti asilo saranno trattenuti in un campo al confine serbo-ungherese.

«L’Ungheria tratta i suoi ospiti come potenziali terroristi musulmani, mentre la maggior parte è solo fuggita da azioni violente compiute da organizzazioni islamiche estremiste», si legge nella petizione. «La loro dignità è distrutta, e la paura e la xenofobia sono aggravate da media che mettono in pericolo l’intera filosofia di aiutare i poveri e i disabili. È sbagliato chiudere gli occhi alla crudeltà ed essere governati dalla paura, piuttosto che avere fede in Dio ed esercitare la misericordia».

I laici accusano i dirigenti della Chiesa di essere troppo prudenti e riluttanti a impegnarsi in politica.

«Vi chiediamo – prosegue la petizione – di parlare pubblicamente al nostro paese delle procedure di asilo umanitario…. di chiedere di mettere in atto le procedure che garantiscano un trattamento umano e un’assistenza di base nelle zone di confine, e di chiedere che i richiedenti asilo ricevano la necessaria assistenza medica e legale».

Rivolgendosi ancora ai leader della Chiesa: «Per favore, non servite lo Stato, ma come discepoli di Gesù, mettete in pratica gli insegnamenti di Cristo. Si avvicina la Pasqua. In particolare le chiese devono avere a cuore la situazione delle persone che soffrono, a prescindere dalla loro origine o appartenenza religiosa».

Secondo The Tablet, il governo di centro-destra del primo ministro Viktor Orban è stato ampiamente condannato per l’utilizzo di recinzioni e della polizia armata per bloccare il flusso di profughi in Ungheria, che lo scorso anno ha concesso protezione a soli 425 dei 29.432 richiedenti asilo.

La Conferenza Episcopale del paese non ha fatto menzione nel corso della sua riunione a inizio marzo della nuova legge in materia di asilo, che è stata condannata dai governi occidentali, dalle associazioni per i diritti umani, e anche dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per i suoi «effetti fisici e psicologici terribili».

Immagine: via istockphoto.com