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Pronta la bozza del Trattato per il bando delle armi nucleari

Il 22 maggio scorso è stata presentata alle Nazioni Unite a Ginevra la bozza del Trattato per il bando delle armi nucleari.

Il Trattato – che renderebbe illegale sviluppare, produrre, utilizzare o sperimentare armi nucleari – è sostenuto da una grande maggioranza dei governi, ma osteggiato dagli Stati che dispongono di armi nucleari e da alcuni dei loro alleati. La bozza è stata redatta sulla base della discussione svoltasi durante il primo round di negoziati tenutisi al Palazzo di Vetro di New York dal 27 al 31 marzo, con la partecipazione di 132 Stati.

I negoziati continueranno presso la sede dell’ONU a New York dal 15 giugno al 7 luglio, a partire dalla citata bozza. Parteciperanno anche i membri della Commissione delle Chiese sugli affari internazionali (CCIA) del Cec.

«Il divieto di armi nucleari è un passo indispensabile verso la loro eliminazione. La bozza di Trattato è condivisa dalle chiese che ne riconoscono e sostengono l’obiettivo, cioè proteggere tutta l’umanità e il dono della creazione di Dio dalla distruzione di massa delle armi nucleari», ha dichiarato Peter Prove, direttore della CCIA.

La bozza di trattato richiede che i governi «facciano ogni sforzo per garantire che le armi nucleari non siano mai più utilizzate in nessun caso». Il testo rileva che gli effetti delle armi nucleari «trascendono le frontiere nazionali, comportano gravi implicazioni per la sopravvivenza umana, l’ambiente, lo sviluppo socioeconomico, l’economia globale, la sicurezza alimentare, e per la salute delle generazioni future».

Il trattato evidenzia le conseguenze delle armi nucleari, per esempio, l’«imprevedibile impatto delle radiazioni sulla salute materna e sulle donne». Si evidenzia come necessaria «l’assistenza medica, la riabilitazione e il sostegno psicologico» per le sopravvissute ad attacchi e test nucleari. È anche previsto un «recupero ambientale delle aree contaminate».

«L’obiettivo umanitario del trattato riflette cinque anni di lavoro al quale ha partecipato una rete di chiese membro del Cec», ha affermato Prove. «Se e quando questo divieto sarà adottato, sarà un passo importante verso un obiettivo che il Cec ha sostenuto fin dall’inizio del 1948».

Il Cec ha lavorato in stretta collaborazione con la Campagna internazionale per abolire le armi nucleari (ICAN). «Siamo particolarmente felici che il testo sia radicato nei principi umanitari e che si basi su precedenti divieti di armi inaccettabili, come le armi biologiche e chimiche, le mine antiuomo e le bombe a grappolo», ha dichiarato Beatrice Fihn, direttrice esecutiva dell’ICAN.

Circa 40 paesi – tra cui gli Stati Uniti, la Russia, il Regno Unito, la Francia, la Corea del Sud e il Giappone – non hanno partecipato ai negoziati e si sono opposti attivamente al Trattato, che sta raccogliendo un ampio sostegno.

Immagine: via isockphoto.com