antinazi-antifa-graffiti

Domani approda alla Camera la legge contro la propaganda nazifascista

Domani o mercoledì, la Camera dei Deputati è chiamata a votare e approvare la «legge Fiano» (senza voler toccare le normative già vigenti in materia, ossia la legge 20 giugno 1952, n° 46 e detta «legge Scelba», e il decreto-legge 26 aprile 1993, n° 122 poi convertito con la legge del 25 giugno 1993, n° 205, detta legge Mancino), ossia il provvedimento che inserisce nel Codice penale l’articolo 293 bis che proibisce la propaganda nazifascista e che recita: «Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici».

Un provvedimento indirizzato in particolar modo alla rete e al web. L’aula di Montecitorio ha già tenuto la discussione generale sul testo e al momento sono stati presentati solo cinque emendamenti e dunque i tempi d’approvazione dovrebbero essere assai rapidi.

Il testo, come prevedibile, ha scatenato polemiche e l’avversione di partiti politici: il Movimento Cinque Stelle ha definito la proposta una «legge liberticida»; così Fratelli d’Italia e Forza Italia, e quest’ultima, provocatoriamente, ha chiesto addirittura di allargare la norma al comunismo. La Lega di Salvini, invece, ha ribadito con forza che «le idee non possono essere arrestate», insomma che non possono essere «messe in galera».

La proposta di legge Fiano che mira a punire «la propaganda del fascismo e del nazismo a mezzo di immagini e contenuti, vietandone produzione e vendita – ha dichiarato a Riforma.it il deputato valdese Luigi Lacquaniti di Articolo 1- Mdp –, è un provvedimento assolutamente necessario. Anche alla luce degli episodi inquietanti che in questo ultimo anno si sono moltiplicati: la presentazione di liste fasciste alle ultime elezioni amministrative a Sermide e a Mura; l’affissione di manifesti fascisti in diverse città del Paese, ed anche nella provincia di Brescia; lo stabilimento balneare di Chioggia in cui il proprietario ha esposto slogan e simboli fascisti; l’idea di una nuova marcia su Roma, il 28 ottobre, proposta da Forza Nuova in occasione del 95esimo anniversario di quella di Mussolini. Questi – prosegue Lacquaniti –, sono soltanto alcuni esempi di ciò che sta accadendo. Taluni movimenti politici, sostengono che si tratti di una legge liberticida, perché non si possono processare le idee. La verità è che il fascismo è una dottrina politica vietata dalla nostra Costituzione, un’ideologia che pretende di riportare le lancette della storia ad un’era che è stata foriera di violenze, morte, negazione dei diritti delle persone e alla concezione intollerabile che lo Stato sia idealmente riconducibile ad un uomo solo al comando. La nostra storia Repubblicana è nata dalla Resistenza e dal sangue versato per riconquistare la libertà. Per questo motivo – conclude Lacquaniti –, convintamente, appoggio la proposta di legge Fiano».

Il testo, per il Senatore Lucio Malan di Forza Italia, così com’è stato formulato sembra essere più utile come «titolo per un giornale e non come articolo da inserire nel Codice penale italiano. Così com’è – prosegue Malan – rischia di colpire persone che non hanno alcuna intenzione di esaltare il fascismo. Inoltre il testo, così genericamente redatto, rischia di limitare e fortemente la libertà d’espressione. La formulazione del nuovo reato è talmente vaga che potrebbe colpire chiunque: da chi parla del Foro Italico a chi pubblica un libro carico di esecrazioni su Mussolini. È un articolo completamente da rivedere e credo che la giusta e sacrosanta opposizione contro la tirannia fascista debba essere fatta con l’educazione alla libertà e non con un articolo approssimativo come quello che, domani o dopodomani, dovrà essere votato alla Camera».

Immagine: Di Cogiati – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26333462