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Segnali allarmanti dalla Nigeria

Si affievoliscono le speranze per le duecento ragazze rapite in Nigeria dal gruppo islamico jihadista Boko Haram: secondo un video diffuso dall’Associated Presse, sarebbero state convertite all’Islam e date in moglie. Sempre nel video, il leader della formazione islamica estremista nigeriana, Abubakar Shekau, ribadisce di non aver mai accettato alcuna tregua. “In questa guerra non si torna indietro”, ha affermato. Una dichiarazione che ha smentito il cessate il fuoco annunciato nei giorni scorsi e che avrebbe messo fine a un conflitto che dura ormai da cinque anni. Segnali allarmanti, a cui di recente si è aggiunta la notizia di un altro rapimento, avvenuto nella regione di Adamawa, nel nord del Paese, dove sono state rapite altre 60 ragazze tra i 12 e i 17 anni. A nulla è servita, per ora, la campagna internazionale “Bring back our girls”, che richiede l’immediata liberazione di tutte le studentesse sotto sequestro.

Boko Haram ha anche invaso un villaggio dove vivono molti fedeli di una chiesa partner di Mission 21, un’opera missionaria evangelica che ha la sua sede centrale a Basilea. Secondo il Tages Anzeiger il gruppo terroristico islamico ha attaccato, mercoledì scorso, il villaggio di Kwarhi (4000 abitanti). I miliziani islamici si sono impossessati degli edifici in cui ha sede la protestante Chiesa dei Fratelli (Church of the Brethren). Gli abitanti del villaggio, in maggioranza fedeli della Chiesa dei Fratelli, si sono dati alla fuga. Non è noto quante vittime abbia fatto l’attacco dei miliziani.

Foto via Flickr