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Accadde oggi, 29 dicembre

Ancora il 1989, l’anno delle grandi svolte in Europa dell’Est. Una dopo l’altra le nazioni del patto di Varsavia vedono i propri regimi spazzati via come castelli di carta. Fino a pochi giorni innanzi, tutto pareva immobile come da troppi anni ormai. Improvvise giungono le manifestazioni di piazza. Germania, Romania, repubbliche baltiche, e ora la Cecoslovacchia: il vento della protesta non si può più arrestare.

Quella cecoslovacca passa alla storia come la rivoluzione di velluto, perché gli scontri con le forze dell’ordine sono pressoché assenti. Tutta inizia il 9 novembre con la caduta del muro di Berlino, che i cecoslovacchi guardano in televisione. Pochi giorni dopo, il 16 novembre, in occasione della festa nazionale degli studenti, i giovani si riversano nelle strade. Ma questa volta non tornano a casa la sera, continuando a presidiare le strade e a lanciare slogan contro il governo ovviamente filosovietico. In pochi giorni si passa da 15 mila manifestanti a 200 mila, e poi mezzo milione. Si alternano scioperi generali a manifestazioni di piazza. E oggi, 29 dicembre 1989, Vàclav Havel, intellettuale, autore teatrale, da anni anima dei vari movimenti di dissenso, viene eletto Presidente della Repubblica. Sarà il presidente che nell’estate 1992 si dimetterà per non vedere la sua patria correre verso la divisione in due distinte nazioni, la Slovacchia e la Repubblica Ceca, di cui continuerà a essere presidente fino al 2003 una volta rieletto.  

Foto: Ondřej SlámaYükleyenin kendi çalışması tarafından üretilen “Václav Havel – Freedom and its adversaries conference“. Wikimedia Commons kaynağında CC BY-SA 3.0 ile lisanslanmıştır.