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Uruguay: nuova legge sui Servizi di radiodiffusione e comunicazione

Il 22 dicembre scorso il Senato ha approvato a maggioranza la nuova legge sui Servizi di radiodiffusione e comunicazione che ora passa alla Camera dei Deputati, prima di essere firmata dal presidente José Mujica. L’Uruguay così si propone di entrare nelle fila di un certo numero di paesi latinoamericani – Argentina inclusa – che hanno imboccato la strada per una comunicazione più democratica, plurale e accessibile.

La nuova legge sui Servizi di radiodiffusione e comunicazione, che sostituisce quella attuale risalente ai tempi della dittatura, mira ad evitare monopoli e oligopoli nel settore delle comunicazioni regolando la gestione di radio, televisione e altri servizi audiovisivi. Alcuni proprietari di media hanno già lanciato proteste denunciando che la nuova legge è un “bavaglio” che minaccia la libertà di espressione. In realtà, la nuova legge mira a garantire la libertà di espressione per tutti gli uomini e le donne e non solo per una piccola parte della società.

Questo è evidente in tutto il testo. Ad esempio, gli articoli dal 14 al 18 e dal 22 al 24 hanno lo scopo di proteggere l’indipendenza dei media e la libertà editoriale. In relazione al lavoro dei giornalisti, ad esempio, il capo V sottolinea il concetto di obiezione di coscienza, per mezzo del quale i giornalisti «avranno il diritto, nell’esercizio della loro professione, di rifiutare l’uso della loro immagine, voce o nome nei contenuti da loro prodotti che siano stati sostanzialmente modificati senza il loro consenso». La legge comprende anche un capitolo sui diritti dei bambini e degli adolescenti, e il requisito che almeno il 60% della programmazione sui canali pubblici e privati debba essere costituito da produzioni o co-produzioni nazionali.

Il senatore socialista Daniel Martínez ha confermato che la legge è volta a prevenire i monopoli e assicurerà un’informazione plurale, democratica e attenta alla difesa dei diritti umani.

Fonte: Wacc | Foto: «Palacio Legislativo». Disponible bajo la licencia Dominio público vía Wikimedia Commons.