riesi

Atti vandalici al Servizio Cristiano di Riesi

Cosa c’è di più moralmente riprovevole che rubare ad un bambino? Rubare a molti più bambini e danneggiare la scuola che frequentano.

È questo il riassunto del primo giorno di scuola dopo la pausa di fine anno al Servizio Cristiano di Riesi.

Il 7 gennaio le Scuole Monte degli Ulivi hanno dovuto fare i conti con i danni causati da ignoti che, forse approfittando della notte e delle festività, si sono introdotti rubando diverso materiale didattico, oltre al materiale tecnologico in dotazione alle aule.

La scena che si è presentata agli occhi increduli di collaboratori e bambini ha descritto l’opera di chi, non solo ha voluto operare un furto in sé, ma anche vari danneggiamenti alle cose. Armadietti scardinati, cattedre danneggiate, materiale didattico, penne, matite, sparsi per terra in un gioco assurdo che pone molti interrogativi.

A pochi mesi dall’inaugurazione delle nuove aule tematiche, con un gesto inqualificabile, si è provato a turbare la serenità scolastica dei bambini e delle bambine di Riesi.

Dopo aver fatto la conta dei danni, che ammontano a qualche migliaio di euro, insieme agli alunni si è discusso in classe di quel che avevano appena vissuto. Le autorità, i Carabinieri, sono prontamente intervenuti e quel che era iniziato come un giorno infausto si è trasformato nella più corale lezione di educazione civica che si potesse sperare.

Molte le dimostrazioni di solidarietà e affetto, a cominciare dal sindaco di Riesi, Salvatore Chiantia, che non ha fatto mancare la sua pronta presenza e vicinanza al Servizio Cristiano, oltre ai diversi riesini e non, che hanno espresso indignazione e incoraggiamento. I messaggi di affetto e vicinanza sono stati davvero molti, anche dall’Agisco, Associazione di giovani riesini che da un anno condivide con noi il Salone Polivalente.

Cosa c’è dietro questo gesto? Chi c’è? Perché? Sono tutti interrogativi che al momento non possono essere risolti.

Da una parte al Servizio Cristiano sono portati a minimizzare l’accaduto: una bravata. Tuttavia, se si sommano le bravate che hanno fatto capolino dentro il perimetro del Servizio Cristiano anche nei mesi scorsi, allora forse una riflessione più ampia è d’obbligo.

Da alcuni mesi a Riesi è cambiato qualcosa. Si assiste a fenomeni preoccupati di devastazione del patrimonio pubblico, del bene comune, di emarginazione e di disagio.

«Non si può che constatare che le azioni di contrasto all’impegno che abbiamo scelto e che ci è stato affidato sono aumentate – conferma il direttore del Servizio cristiano, Gianluca Fiusco – Ed è un dato di fatto che attività di intervento sociale proprio a favore dei più piccoli, un tempo frutto di lavoro comune con altri attori sociali, in poco più di un anno siano state sterilizzate fino alla loro progressiva inutilità».

“Sono segnali che non possiamo, né vogliamo più sottovalutare – aggiunge Fiusco – Ci sono certamente autori materiali di quanto commesso contro il Servizio Cristiano; ma ci sono anche coloro che, agendo sempre in quel cono d’ombra che purtroppo esiste ancora a Riesi, hanno operato per legittimare moralmente determinate azioni. Si dice che gli autori siano dei ragazzi o dei bambini del vicinato. Se così fosse la situazione sarebbe ancora più problematica: quale è la considerazione che bambini o ragazzi in obbligo scolastico hanno maturato della Scuola, anche se di una scuola che forse non frequentano, fino ad arrivare a questo». 

«La nostra risposta – ha concluso il direttore – non può essere la facile militarizzazione del Servizio Cristiano con telecamere, sistemi di vigilanza e allarmi. Se così facessimo diremmo ai bambini che nemmeno le scuole sono più luoghi sicuri».

Al Servizio Cristiano rimangono consapevoli che l’impegno scolastico a Riesi non è solamente il mantenimento di un servizio tra altri: è tornato drammaticamente fondamentale occuparsi di condizione infantile e minorile, di educazione e istruzione. Del resto nel ricevere i bambini e le bambine di Riesi Il Servizio cristiano prova a rendere concreta la parola di Gesù in Matteo: “chiunque riceve un bambino nel nome mio, riceve me”».

Ascolta l’intervista su Radio Beckwith