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Accadde oggi, 23 aprile

23 aprile 1946, nasce il mito della “Vespa”

 

Gregory Peck e Audrey Hepburn fra i Fori Imperiali. Nanni Moretti dalla Garbatella fino ad Ostia in una estate che ha svuotato la città. E poi ancora tante altre scene di tanti altri film, nazionali e stranieri, a decretarne il mito universale e a promuovere nel mondo il design e la tecnica italiana.

 

È la Vespa, motociclo ideato nelle officine della Piaggio, azienda che fino a quel tempo si è occupata di aeronautica, ma che travolta dal successo planetario dello scooterone cambierà il proprio focus. Il progetto nasce per superare il duro periodo che la nazione attraversa alla fine del secondo conflitto mondiale. Le commesse di aerei mancano e allora Enrico Piaggio ha l’idea di dare agli italiani un mezzo di trasporto agile ed economico.

 

Ispirato dalla motocicletta leggera “Volugrafo”, di cui era proprietario di un esemplare il conte Carlo Felice Trossi, in un’ala dei capannoni del Cotonificio Poma, ubicati in Biella, Via Lamarmora,fu sviluppato il primo disegno tecnico (31 agosto 1944, con la sigla MP1) che diede forma a un modello di scooter denominato scherzosamente “Paperino”. Sulla quinta variante MP5 (Moto Piaggio 5) fu costruito, interamente a mano, il primo esemplare, terminato nella primavera del 1945.

Il prototipo fu presentato a Enrico Piaggio, ma non ne fu soddisfatto. L’MP5 aveva il tunnel centrale che riproponeva una cavalcatura d’accesso simile a quello della motocicletta. La scomoda caratteristica doveva essere eliminata. A provvedere alle opportune modifiche, fu chiamato l’ingegnere Corradino d’Ascanio, un geniale progettista abruzzese, con una grande esperienza nell’ingegneria aeronautica e numerose realizzazioni alle spalle. D’Ascanio accettò l’incarico, con la pretesa di realizzare un nuovo progetto. Bastarono pochi giorni per mettere a punto una nuova ipotesi. Su disegno del P.I. F. Cagnacci, nacque il modello MP6, con alcuni prototipi realizzati sempre a Biella e con prove su strada sulla salita Biella-Oropa.

Preparati i primi bozzetti, d’Ascanio si recò alla caserma “Poma” di Biella, dove risiedeva l’Ufficio Tecnico Progetti decentrato, per interfacciarsi con i disegnatori e i tecnici che avrebbero sviluppato il progetto nel dettaglio. Nell’officina di Vigliano Biellese, nel mese di settembre, il prototipo fu sottoposto alle prime prove su strada nella salita che da Biella conduce a Oropa.

 

Il progetto dell’ingegnere Corradino D’Ascanio il 23 aprile 1946 viene consegnato all’ufficio brevetti. Il nome deriva dalla forma affusolata della carrozzeria, che ne decreta il trionfo internazionale, dopo un inizio in sordina.

 

Diventa il simbolo dell’Italia che riparte fra le macerie, e accompagna la storia del paese attraverso gli anni del boom economico. Straordinario oggetto da collezione, i suoi raduni attirano migliaia di fedelissimi da ogni continente.

La Vespa è stata esposta nei musei di design, arte e tecnica in tutto il mondo e fa parte della collezione permanente del Museum of Modern Art MoMA di New York. Fa parte del nostro immaginario collettivo, dal momento che praticamente in ogni famiglia c’è o c’è stato un vespista. Negli occhi ognuno di noi ha l’immagine di un papà che guida una Vespa per le vie dei nostri paesi, mentre una bambina sta in piedi sull’ampia pedana aggrappata al manubrio e guarda il mondo attraverso una prospettiva unica ed irripetibile.

 

Oggi la nuova Vespa non ha più le marce né il caratteristico ronzio del motore, e questi aspetti aprono dispute e dibattiti fra i cultori. Ma ancora se ne parla, a quasi ottant’anni dalla prima volta. La migliore testimonianza del suo successo.

 

 

Copertina: “VintageVespa-AutoExpo-Delhi” by RajatVash – Clicked at the New Delhi Auto Expo, Jan 2012 Previously published: Published on my Flickr account – http://www.flickr.com/photos/51512483@N03/6680343427/in/photostream. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.