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Breve dichiarazione di fede della Comunione messicana delle Chiese riformate e presbiteriane (Cmirp)

Il 28 di ottobre del 2012 nella cappella della Chiesa anglicana presso la “Comunidad Teológica” di Città del Messico nasceva la “Comunión Mexicana de Iglesias Reformadas y Presbiterianas” (Cmirp), a seguito di una scissione dalla Chiesa presbiteriana nazionale dovuta in primis alla non volontà della seconda di procedere all’ordinazione di donne pastore.

A tre anni di distanza, durante il culto della Riforma dello scorso 25 ottobre è stata presentata la Dichiarazione di Fede di questo nuovo soggetto ecclesiastico, a seguito di mesi di analisi, dibattiti, proposte.

Di seguito pubblichiamo il testo della Dichiarazione di Fede tradotta dal giornalista Mauro Castagnaro:


Come eredi della tradizione biblica e teologica riformata, radicata nell’impeto liberatore del Vangelo di Gesù Cristo (Giovanni 8,36) ci presentiamo come una comunione di Chiese e comunità disposte a darne una salda testimonianza in ogni luogo e circostanza.

1.1 Affermiamo la convinzione* che Dio si è rivelato come padre e madre nella storia (Matteo 7,11; 23,37)1 e in tale veste ha espresso la sua sovranità, il suo amore, la sua giustizia e la sua bontà per far sentire in tutta la creazione la sua presenza benefattrice senza distinzioni di alcun tipo (Amos 9,9), la quale deve affrontare, qui e ora, gli ostacoli umani e strutturali per la sua corretta comprensione e accettazione.

1.2 Pertanto, dichiariamo che l’amore divino ci spinge a rifletterlo nelle nostre comunità di fede (2 Corinzi 5,14-15), le quali, a partire dalla loro piccolezza e finitezza (Matteo 25,31-46), assumono responsabilmente tale compito con la fiducia che producono le promesse divine sulla sua vicinanza e sul suo accompagnamento2. Così manifestiamo l’aperta predilezione di Dio per i bambini come simbolo e realtà del suo Regno.

1.3 E sottolineiamo l’impegno di orientare costantemente le nostre azioni nel senso che siano il risultato di un discernimento profetica dei tempi presenti e futuri, in modo da affrontare le sfide cui tali sforzi ci condurranno.

2.1 Affermiamo la convinzione che in Gesù Cristo, il figlio di Maria, la credente, e di Sofia, la sapienza (Proverbi 8), quel Dio dei migranti Abramo, Sara e Agar (Genesi 21,8-21)3 nonché degli altri suoi rappresentanti e compagni/e nel patto biblico, si è manifestato pienamente col proposito di far sì che la vita di tutti gli esseri sia degna e completa (Giovanni 10,10), con tutti i benefici ottenuti da quella vita di autentica testimonianza che l’ha portato a una morte ignominiosa sulla croce, perpetrata dai poteri stabiliti (Colossesi 2,13-15), ma che grazie alla risurrezione è stata capace di rinnovare la speranza e l’azione del suo popolo nel mondo.

2.2 Pertanto dichiariamo che la sua presenza è una realtà in mezzo alle contraddizioni del mondo e nella sua Chiesa in quanto parte del progetto storico ed escatologico di realizzare il suo Regno come spazio di inclusione, di grazia assoluta, pace e giustizia, col pieno rispetto e la promozione dei diritti umani quale valore etico indispensabile per la nostra fede, senza discriminazioni di alcun tipo (At 10,35, PDT, Romani 2,11, TLA; Galati 3,28 RVR60).

2.3 E sottolineiamo l’impegno di aderire con forza all’azione divina in tutti gli ambiti che sono alla nostra portata come il compito centrale cui siamo chiamati/e e convinti dalla fede in Gesù Cristo, Signore e Salvatore della nostra esistenza. Pertanto dialogheremo con la scienza nelle sue diverse forme e contributi, come parte della vocazione cristiana di “esaminare tutto e trattenere ciò che è buono” (I Tessalonicesi 5,21)4.

3.1 Affermiamo la convinzione che lo Spirito di Dio è quello che, sulla base delle promesse di Gesù risorto, ci battezza, suggella e insegna (Giovanni 14,26; Ef 1,13-14), guida il destino della sua Chiesa nel mondo (Ap 2-3) e sveglia le menti e i cuori di persone, organizzazioni e istituzioni affinché aderiscano al progetto di trasformazione radicale delle strutture umane corrotte e ingiuste.

3.2 Pertanto dichiariamo che quello stesso Spirito ci sfida, all’interno della sua Chiesa, insieme, uomini e donne di tutte le età, culture e condizioni, come parte di un sacerdozio comune, a porre i loro doni al servizio, ovunque sia necessario, e ad accompagnare in modo solidale le cause umane giuste e trasformatrici della realtà segnata dalla violenza, dall’ingiustizia e dalla morte, per instaurare la pace con giustizia in questo mondo attraverso pratiche di nonviolenza attiva. Saremo sempre disposti a parlare e collaborare con tutte le confessioni, tradizioni e movimenti cristiani.

3.3 E sottolineiamo l’impegno di promuovere stili di vita derivati dall’opera dello Spirito nel nostro mondo e quindi rendere visibili i suoi benefici nella cura del creato, chiamato al continuo rinnovamento, in attesa della redenzione finale (Salmo 103,29-30, Romani 8, 19-23).

Per tutte queste ragioni, affermiamo che i principi emanati da questa dichiarazione di fede ispireranno e regoleranno la nostra appartenenza come parte della Chiesa di Gesù Cristo dispersa e presente in tutte le sue manifestazioni.

Respingiamo la falsa dottrina secondo cui sembrerebbero esserci zone della nostra vita in cui noi non apparteniamo a Gesù Cristo, ma ad altri signori; zone nelle quali non avremmo bisogno giustificazione e santificazione per mezzo di lui.

Dichiarazione teologica di Barmen (8,15), Chiesa confessante tedesca, 1.9345

… affinché tutti riconoscano

che Gesù Cristo è il Signore

e rendano gloria a Dio Padre.

Filippesi 2,11, TLA

 

Messico, DF, 25 ottobre 2015

1 Cfr. Sallie McFague, “Dios como madre”, in Modelos de Dios. Teología para una era ecológica y nuclear. [1987] Trad. di A. López y M. Tabuyo. Santander, Sal Terrae, 1994 (Presencia teológica, 76), pp. 163-208; Elisabeth Moltmann-Wendel, “Dios-Padre” y Jürgen Moltmann, “Dios-Madre”, en Hablar de Dios como mujer y como hombre. [1991] Madrid, PPC, 1994, pp. 11-20 y 21-27, rispettivamente

2 Vedasi Paul Tillich, El eterno presente. Perfil espiritual del hombre. [1963] México, Diana, 1978, pp. 124-125: “I profeti ci danno la risposta: le nazioni si salvano quando vi è una piccola minoranza, un gruppo di persone che rappresentano ciò che la nazione dovrebbe essere. Essi possono essere sconfitti, ma il loro spirito costituirà una forza di resistenza contro gli spiriti maligni nocivi alla nazione. La questione di un potere salvatore all’interno di una nazione dipende dall’esistenza di una minoranza, anche se molto piccola, che sopporti l’angoscia causata dalla propaganda, si opponga al conformismo forzato dalla minaccia e all’odio stimolato dall’ignoranza”.

3 Cf. Elsa Tamez, “La mujer que complicó la historia de la salvación: el relato de Agar leído desde América Latina”, in Vida y Pensamiento, San José, vol. 3, núm. 1-2, 1983, pp. 19-30.

4 Cf. Juan Calvino, Institución de la Religión Cristiana, I, v, 2; e II, ii, 14 e ss. “Quanto produce l’intelligenza proviene dalle grazie ricevute dalla natura umana. […] Se riconosciamo lo Spirito di Dio e unica fonte e sorgente di verità, non scarteremo né disprezzeremo la verità ovunque la troviamo; a meno di voler insultare lo Spirito di Dio, perché i doni dello Spirito non possono essere disprezzati senza che Egli stesso sia disprezzato e abbassato“ (II, ii, 15).

5 Libro delle confessioni della Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti (PCUSA), 2004, p. 249, www.pcusa.org/site_media/media/uploads/curriculum/pdf/confessions-spanish.pdf.

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