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Dalla Crumière all’accoglienza diffusa

È intenzione della Diaconia valdese trasferire entro l’autunno i sessanta richiedenti asilo accolti alla Crumière di Villar Pellice in appartamenti dislocati in tutto il territorio della Valle. L’accoglienza alla Crumière è iniziata nell’agosto 2015 e in questi mesi a Villar Pellice la Diaconia Valdese ha promosso e sviluppato progetti innovativi di sensibilizzazione della cittadinanza e soprattutto di arricchimento delle competenze linguistiche, professionali e trasversali dei beneficiari, quali il laboratorio di sartoria, la ciclofficina e i tirocini formativi in aziende e istituzioni locali.

«Siamo stati contattati a metà agosto del 2015 dalla Prefettura di Torino che aveva urgenza di dislocare sul territorio un numero elevato di migranti e da parte regionale c’era a disposizione la Crumière di Villar Pellice e la scelta su chi li avrebbe gestiti sarebbe ricaduta su di noi» spiega Marco Armand Hugon, referente del progetto per il Coordinamento Opere Valli della Diaconia Valdese. «Dopo un primo momento di perplessità (infatti accogliere un gran numero di persone, inizialmente molte di più delle sessanta effettivamente poi arrivate) abbiamo accettato e i risultati a distanza di molti mesi sono soddisfacenti. Grazie anche alla collaborazione di numerose associazioni del territorio e alla solidarietà attiva di moltissimi cittadini abbiamo potuto sperimentare nuove opportunità di inserimento socio-lavorativo che perfezioneremo in questa seconda fase di accoglienza: un patrimonio di risorse e capitale sociale che non andrà disperso. Ovviamente il futuro dei singoli giovani accolti dipenderà in larga misura dall’esito delle domande  di protezione internazionale, che sono tuttora in corso».

Ora siamo però arrivati a un passaggio importante dell’accoglienza, che diventerà «diffusa».

Come già le altre decine di persone accolte dalla Diaconia Valdese nelle valli Pellice e Chisone, in questa seconda fase di accoglienza i beneficiari vivranno in alloggi dove potranno cucinare e gestire la loro quotidianità in autonomia. Il passaggio negli appartamenti è stato condiviso con la Prefettura di Torino, che ha assegnato il progetto alla Diaconia Valdese, e con la Regione Piemonte, proprietaria dell’immobile. «Abbiamo scelto l’accoglienza diffusa perché è il modello di accoglienza che adottiamo nella maggioranza dei nostri progetti con richiedenti asilo e rifugiati in tutta Italia, favorendo integrazione e rapporti costruttivi con il territorio; – aggiunge Marco Armand Hugon, – inoltre, alla Crumière sono necessari investimenti per l’adeguamento della struttura». Si prevedono quindi anche delle ricadute economiche sul territorio dell’intera valle, dovendo la Diaconia trovare alloggi per circa sessanta persone. «Cercheremo innanzi tutto attraverso i canali delle nostre chiese di individuare degli alloggi dove vivranno (e saranno costantemente seguiti dagli operarori e dalle operatrici del progetto) i migranti. L’obiettivo è quello di distribuire su tutto il territorio della valle, nei vari comuni, i migranti, così da non avere più un’alta concentrazione in uno unico come è successo in questi mesi alla Crumière. Il fatto di dover lavorare sempre in emergenza (come succede per la Prefettura) ha fatto si che in questi mesi molte persone venissero concentrate in un unico luogo.

Continua quindi l’accoglienza della Diaconia Valdese mentre l’altra esperienza, di cui abbiamo scritto spesso nei mesi scorsi, di Luserna San Giovanni, curata da una cooperativa di Torino, si è conclusa con lo spostamento in un altro centro delle, in questo caso, decine di ragazze migranti.