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Egitto, per la prima volta un uomo viene condannato per abusi sessuali

In Egitto per la prima volta una donna vittima di violenza sessuale riesce a far condannare il suo aggressore: Noha Elostaz, 34enne cairota, ha infatti vinto la causa contro Sherif Gabreel, che nel 2008 l’aveva assalita mentre era a bordo della sua auto, palpeggiandola e trascinandola per decine di metri. 

La condanna a tre anni comminata a Gabreel è la dimostrazione che qualcosa sta cambiando – o almeno questo è quanto si augurano Elostaz e le organizzazioni che si battono per la difesa delle donne in Egitto, Paese in cui la violenza di genere ha raggiunto livelli definiti “impressionanti” da un rapporto di Amnesty International del 2015.

Violenza fra le mura domestiche, stupri, aggressioni in pubblico, anche di gruppo, tortura in carcere e da parte degli agenti statali, il tutto a fronte di una legislazione carente e soprattutto di un’impunità diffusa che continua ad alimentare una cultura di ordinaria sopraffazione radicata nella società. Spesso le donne vittime di violenza vengono discriminate ed emarginate e questo non fa che aggravare la loro situazione, spingendole a tacere e a non denunciare il loro aggressore. Non è tutto: «Nel corso degli anni, i vari governi egiziani hanno da un lato esaltato i diritti delle donne in quello che è risultato un mero esercizio di pubbliche relazioni, dall’altro hanno usato la violenza contro le donne per guadagnare vantaggi politici contro i loro avversari», denunciava il rapporto di Amnesty.

Un fenomeno, quello della violenza di genere, che riguarda oltre il 99 per cento delle donne e delle ragazze egiziane, secondo un sondaggio di UN Women del 2013, e che la rivolta di piazza Tarhir aveva contribuito a portare alla luce. Nel 2014 è stata introdotta una legge che punisce le molestie sessuali con pene a partire da un anno di carcere, ma fino ad oggi le condanne erano state praticamente una chimera. Sono moltissime le donne in attesa di giustizia e la speranza è che il caso di Noha Elostaz apra finalmente la strada a una giurisprudenza differente, primo segnale per un cambio di rotta anche nella società.

Foto: By Jonathan RashadFlickr, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16620148