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Trump corteggia l’elettorato afroamericano

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump, si è recato sabato scorso nella chiesa Great Faith Ministries International di Detroit, composta principalmente da afroamericani, e ha affermato di voler portare avanti una «nuova agenda dei diritti civili».

Il magnate newyorkese, che durante la sua campagna elettorale è stato più volte accusato di essere razzista e xenofobo, sta cercando di corteggiare l’elettorato afroamericano, che potrebbe risultare decisivo alle elezioni dell’8 novembre ma rispetto al quale è ancora dietro nei sondaggi. Gli elettori afroamericani sono il 12% dell’elettorato. Nel 2012 circa il 93% dei votanti neri scelsero Obama, percentuale che dovrebbe attestarsi per Hillary Clinton al 90%, quasi immutata.

Trump – che nelle scorse settimane aveva affermato di fronte ad un pubblico composto da bianchi che gli elettori neri non hanno nulla da perdere nel votarlo – rivolgendosi ad una chiesa mezza vuota, ha detto: «Capisco perfettamente che la comunità afro-americana ha sofferto molte discriminazioni e che ci sono stati molti errori che devono ancora essere corretti. Voglio fare in modo che l’America sia un luogo prospero per tutti. Voglio rendere questa città l’invidia economica del mondo, e possiamo realizzarlo».

Trump è stato accompagnato in chiesa dall’ex rivale Ben Carson, con il quale si è recato a vedere poi la casa d’infanzia dello stesso neurochirurgo. Nel suo discorso durato più di 10 minuti, il tycoon ha incassato applausi con alcune citazioni della Bibbia, e quando ha detto che la fede cristiana non è il passato, ma il presente e il futuro.

Il magnate, ricordando la crisi che ha colpito la General Motors e, in generale, il settore auto americano che ha in Detroit la sua storica capitale, ha descritto gli Stati Uniti come un Paese «diviso», in cui i politici «non fanno abbastanza per capire cosa succede nelle comunità». Poi ha aggiunto: «Insieme possiamo rimediare all’ingiustizia in ogni sua forma e regolare l’economia in modo che le comunità afroamericane beneficino di occupazione e reddito. Abbiamo bisogno di una nuova agenda dei diritti civili per il nostro tempo, che garantisca il diritto all’istruzione, così importante, e il diritto a vivere con un lavoro ben pagato e che si svolge ogni mattina con piacere».

Intanto all’esterno della chiesa un nutrito gruppo di manifestanti hanno protestato scandendo diversi cori: «Senza giustizia, non c’è pace», «Dump Trump (Scaricate Trump). L’attivista Vicki Dobbins, esprimendo delusione per la decisione della chiesa di aver lasciato parlare Trump, ha detto: «Mi vergogno del pastore che lo ha invitato. Per me è come se tutti avessimo avuto una coltellata alle spalle».

Immagine: via istockphoto.com