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Festeggiare Mozart

Mozart Nacht und tag è un’iniziativa del teatro Baretti cominciata nove anni fa per festeggiare il compleanno di Mozart, che ricorre il 27 gennaio, facendo in modo che musicisti professionisti o allievi andassero a suonare in teatro gratuitamente per festeggiare la nascita del compositore. Le porte del teatro sono aperte, non ci sono biglietti, chi organizza e chi suona non riceve cachet e per una volta l’anno si festeggia tutti insieme un grande della cultura occidentale in modo divertente e informale; chi è abituato a frequentare i concerti saprà già cosa aspettarsi, chi non ci è mai stato si ritroverà in un teatro di quartiere e non in un sacrario della musica classica.

«Se c’è qualcuno che trova Mozart noioso sono disposto a incontrarlo una sera davanti a una birra per convincerlo del contrario – dice uno dei curatori, Corrado Rollin – ma in realtà questa preoccupazione non c’è mai stata».

Perché proprio Mozart?

«Prima di tutto perché ha scritto musica praticamente per ogni gruppo strumentale e vocale. Tra tutti, Mozart è uno dei compositori di più facile ascolto; se poi si fa in modo che il pubblico non percepisca questo evento come un festival per iniziati, ma a cui si possa partecipare entrando liberamente e poi, terminata l’esecuzione, chiacchierare con il vicino, tutto cambia.

Il teatro Baretti è abbastanza vicino a un mercato rionale, quello di via Nizza, e in una delle prime edizioni, lo ricordo bene, è arrivata una signora con la borsa della spesa che sicuramente non era mai andata a concerto, è entrata nel foyer del teatro e ha chiesto se “fosse il posto dove c’era la musica”. Per un’ora ha ascoltato Mozart e poi è uscita, ha ringraziato ed è andata a casa a fare pranzo. Insomma, funziona».

C’è bisogno di un’educazione all’ascolto?

«Ogni pezzo viene introdotto da una chiacchierata mia o di altri collaboratori del teatro. Non succede mai che uno spettatore entri e senta un brano senza averne avuto almeno un’infarinatura; non facciamo un programma scritto perché troviamo più efficace che ci sia qualcuno che parli di persona, a volte lo stesso musicista prima di suonare.

È chiaro che si potrebbe dire che l’arte parla da sola, però affidarsi esclusivamente a questo argomento potrebbe essere esagerato: spesso gli artisti e i musicisti non hanno l’attitudine a chiacchierare di quello che fanno, mentre in questo caso il pubblico deve avere la sensazione di essere a una festa e non a un rito».

Da dove partirebbe per far conoscere Mozart?

«Uno degli elementi secondo me più importanti è pensare agli artisti in quanto esseri umani e non a persone che provengono da un altro mondo; per certi versi, persone come Shakespeare, Bach o Picasso lo sono, ma non vivono su un altro pianeta o dentro un museo. Mozart ha patito e faticato come tutti noi, ha passato le notti a lavorare e poi a divertirsi, si preoccupava di mantenere la famiglia, ha avuto l’influenza, il mal di pancia e le bollette da pagare, e in mezzo a tutto questo, cosa che il pubblico può non percepire, è stato in grado di distillare la propria esperienza di vita in qualcos’altro. Se si riesce a mettere sullo stesso piano la nostra vita con quella di questi grandi artisti si può fare un passo avanti verso la comprensione.

Si tratta, in fondo, di lavoro: Mozart ha cominciato come lavoratore dipendente, come se lavorasse per un ente pubblico per cui tutto quello che componeva non era suo ma di chi lo pagava, e a un certo punto ha deciso di mettersi in proprio, come farebbe un ragazzo di oggi che decide di avviare una start up. Mozart ha deciso di fare il libero professionista quando nessuno lo faceva e di mantenere la famiglia componendo. Questa è una cosa che chi va al concerto con l’animo di ascoltare un capolavoro che improvvisamente ci viene giù dal cielo non percepisce.

Mozart è stato, per certi versi, una persona normale che ha creato cose assolutamente non normali. Potrebbe essere il nostro vicino di casa, ognuno di noi potrebbe fare qualcosa di straordinario.

Se si ha la sensazione di avere davanti l’opera di un uomo, secondo me la si può capire meglio».

E con che opera comincerebbe?

«Purtroppo abbiamo le segreterie telefoniche che ci fanno sentire Mozart mentre aspettiamo che ci passino l’interno, per cui magari Eine kleine nachtmusik la si comincia a odiare, però ci sono le ultime sinfonie, mentre per chi ama l’opera la trilogia di Da Ponte: il Don Giovanni, Le nozze di Figaro e Così fan tutte sono opere che parlano da sole. Oppure ancora le sonate per pianoforte solo, mentre per chi ama la musica religiosa ci sono le grandi messe.

Da poco sono uscite le classifiche delle vendite internazionali di dischi, classifiche generali e non di musica classica. Ecco, la Deutsche Grammophon ha lanciato in dicembre un’integrale delle opere di Mozart, composto da 250 Cd: in questo momento Mozart è l’autore più venduto al mondo in assoluto. Per capirci, vende più degli One Direction. In questo preciso istante è l’autore più venduto a mondo».

Come si fa a partecipare all’evento?

«I musicisti che vogliono partecipare possono ancora farlo fino al 31 dicembre. Il calendario prevede che si cominci a suonare il sabato per andare avanti fino a domenica e c’è bisogno di tempo per organizzare i tempi e il programma. Per proporsi bisogna mettersi in contatto con il teatro Baretti: sul sito si trova un modulo da compilare dove indicare cosa si vuole suonare, la durata e in quale fascia oraria. Non ci sono particolari prove di ammissione, l’unico vincolo è che bisogna suonare Mozart.

I luoghi sono vari: nel corso degli anni ci siamo allargati e molti enti si sono proposti, per esempio per questa edizione la maratona sarà anche al Salone degli Svizzeri di Palazzo Reale che ci è stato concesso dalla sovrintendenza dei Musei Reali.

Altri luoghi sono il Teatro Baretti (Via Baretti 4), il Castello del Valentino (Viale Mattioli 39), il Circolo dei Lettori (Via Bogino 9), l’Auditorium “Vivaldi” della Biblioteca Nazionale di Torino (Piazza Carlo Alberto 3), la Chiesa SS. Pietro e Paolo (Largo Saluzzo 25), la Chiesa della Misericordia (Via Barbaroux 41), la Casa del Quartiere San Salvario (Via Morgari 14), lo spazio Luoghi Comuni (Via San Pio V 11) e il Tempio Valdese (Corso Vittorio Emanuele II 23)».

Immagine: By Sitno – Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26630249