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Eliski Piemonte, è tempo per una legge nazionale

“Comprare” una discesa fuori-pista dalla cima di una montagna raggiunta

con l’elicottero è decisamente aberrante non solo come rapporto con la montagna, ma anche culturalmente. Già lo scialpinismo ( salita con gli sci muniti di pelli antiscivolo ai piedi ) è uno sport rischioso, anche se fatto con tutti i crismi, dal casco all’assicurazione, e anche con una guida. Ma, per lo meno, salendo per i pendii che poi saranno discesi, si può controllare lo stato della neve, la probabilità di slavine, individuare il percorso migliore. Con l’elicottero si sbarca sulla cima e ci si butta in discesa senza sapere niente.

In generale, volare con un elicottero tra le montagne, è un rischio , per le nebbie improvvise, perché le pale possono urtare una roccia. Perciò questo mezzo andrebbe usato il meno possibile, riservandolo al pronto soccorso e al rifornimento di viveri per i rifugi. Qualche anno fa, sulle montagne della Val di Thuras, un guasto meccanico provocò la caduta dell’elicottero e la morte di quattro sciatori, della guida e del pilota, ma l’agenzia dichiarò che il mezzo aveva avuto un controllo e una manutenzione costante e che il meteo era buono…

Lungo l’arco alpino, in Francia o in Svizzera l’eliski è vietato, con la conseguenza che chi vuole praticarlo si sposta in Italia, in particolare nella zona della Via Lattea .Solo nelle province autonome di Trento e Bolzano c’è analogo divieto, in Val ‘Aosta ci sono limitazioni molto blande.

Ora anche l’Italia sembra orientata ad una forte regolamentazione e il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità nei giorni scorsi una legge sulla pratica degli sport montani invernali ed estivi, con norme più rigide per le zone protette ( come i parchi), localizzazione di siti precisi per atterraggi e decolli. Una legge parzialmente positiva, anche per altri aspetti, dalle norme per le piste a quelle urbanistiche ( poche costruzioni nuove, contributi per i recuperi) che tuttavia non risolve la situazione anche perché delega ai Comuni la stipula di regole precise, ma consente deroghe. L’eliski sarà comunque vietato il sabato e la domenica.

Uno degli argomenti rilevanti per l’approvazione della legge è stato che, aumentando la domanda per la pratica dell’eliski, esso può costituire un’attrattiva importante con conseguente crescita turistica e ricaduta economica. Personalmente penso che si tratti di uno sport riservato ai molto ricchi, che danneggia l’ambiente con l’inquinamento ( questo vale anche per le motoslitte…) , con il rumore dannoso per gli animali e pregiudica la stabilità del manto nevoso.

Quanto alla ricaduta economica si tratta in realtà di un possibile maggior guadagno per i maestri di sci e le guide. Forse ci sarà qualche posto di lavoro nell’organizzazione, ma ce ne sarebbero centinaia se si mettesse mano seriamente ad un piano di manutenzione dei territori montani, anche senza grandi opere ma con un controllo minuto , costante e periodico, che garantirebbe occupazione , prevenzione, e che costerebbe agli enti pubblici molto meno di quello che si spende per ricostruire dopo frane e terremoti. Una cosa, questa della manutenzione, che si ripete in tutti i convegni sulla montagna ,ma si fa ancora sporadicamente. Questa sarebbe la vera grande opera di cui il nostro paese ha urgente bisogno.

Immagine: via Flickr