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World Relief costretta a licenziare 140 dipendenti

Tre settimane dopo l’ordine esecutivo emesso dal presidente Donald Trump di sospendere temporaneamente il programma di accoglienza dei profughi e di vietare l’ingresso negli Stati Uniti d’America a chiunque provenga da 7 paesi a maggioranza islamica, World Relief – braccio umanitario della National Association of Evangelical e una delle nove agenzie che collaborano con il governo federale per il reinsediamento dei rifugiati – stanno valutando di chiudere 5 delle sue 27 sedi a livello nazionale, e di licenziare più di 100 membri del personale impiegato.

A chiudere i battenti sarebbero gli uffici a: Boise, Idaho; Columbus, Ohio; Miami, Florida; Nashville, Tennessee; e Glen Burnie, Maryland. Queste cinque sedi hanno gestito nell’ultimo decennio il reinsediamento di circa 25.000 rifugiati.

«La triste verità è che, data la natura senza precedenti della crisi globale dei rifugiati, mai come ora ci sono semplicemente più persone che hanno bisogno del nostro sostegno e della nostra compassione», ha dichiarato Tim Breene, responsabile di World Relief.

L’anno scorso, l’agenzia umanitaria ha svolto il suo più grande carico di lavoro dal 1999, dando accoglienza a circa 45 rifugiati al giorno. Ma il divieto presidenziale ha provocato una battuta d’arresto di questo lavoro. World Relief ha così lanciato una campagna di raccolta fondi per poter sostenere i ministeri e operatori che negli Stati Uniti svolgono il loro servizio a favore dei rifugiati e degli immigrati.

Se la campagna donazioni non andrà a buon fine, l’agenzia sarà costretta a licenziare 140 dipendenti, persone che per decenni hanno acquisito importanti competenze ed esperienze, non potendoli più sostenere economicamente. «Questo è un giorno molto triste» ha twittato Matthew Soerens, direttore di World Relief. «Vi chiedo di pregare per i miei colleghi e coloro che hanno svolto il servizio».

La scorsa settimana, più di 500 leader evangelici hanno firmato una lettera aperta denunciando il divieto di Trump e sottolineando che «la compassione e la sicurezza possono coesistere, come è stato per decenni».

Immagine di Word Relief