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Fedeli alla chiamata del Signore

Gioite con Gerusalemme ed esultate a motivo di lei, voi tutti che l’amate! Rallegratevi grandemente con lei, voi tutti che siete in lutto per essa
Isaia 66, 10

I giusti risplenderanno come il sole nel regno del Padre loro
Matteo 13, 43

Il versetto proposto questa mattina dal Lezionario «Un giorno una parola» fa parte della conclusione della parabola della zizzania, la seconda per la precisione, perché la prima è molto meno idilliaca per non dire tetra, in quanto fa riferimento alla punizione del fuoco per coloro che hanno suscitato scandali ed operato con malvagità. Ma chi sono i giusti? Secondo la parabola, i giusti sono i figli del Regno, coloro, cioè, che hanno accolto il seme della Parola di Cristo e l’hanno fatto fruttificare. Sono il buon grano cresciuto rigogliosamente, ma invaso e infestato dalla zizzania. Qui il concetto di giustizia non è tanto riferito al peccatore reso giusto davanti a Dio, quanto piuttosto a colui che fa la volontà di Dio, a colui che opera con misericordia per i minimi della società umana (Mt. 25, 31-46). In altre parole l’autore tratta semplicemente del credente che resta fedele alla chiamata del Signore. Anche perché il giudizio che verrà alla fine dei tempi prevede la punizione per coloro che si sono comportati come la zizzania nel campo di grano e il premio finale del Regno di Dio per coloro che invece hanno conservato inalterata la propria fede.

L’evangelista Matteo non ama i credenti che si limitano ad esaltare il nome del Signore, ma soprattutto coloro che s’impegnano nella propria vita per i bisognosi, gli afflitti, i carcerati. La teologia matteana è dunque incentrata fondamentalmente sul Cristo misericordioso che s’identifica con gli ultimi e i minimi della società. E solo quei credenti che obbediscono a questa volontà suprema sono da lui chiamati giusti, non altri. Ecco, allora che il giudizio per costoro non può essere che benevolo e premiante. Infatti, “risplenderanno come il sole nel Regno del Padre loro”, saranno un esempio luminoso della fedeltà al Signore d’amore, una lampada messa sopra il candeliere e destinata a far luce nelle tenebre dell’umanità.

 

Immagine: via IstockPhoto