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Messaggio della Conferenza metodista britannica a seguito del rogo della Grenfell Tower

Londra è ancora sotto shock per il rogo che nella notte tra il 13 e 14 giugno ha incenerito la Grenfell Tower, il grattacielo di nord Kensinghton, a ovest di Londra, uccidendo per ora 58 persone, ma il numero purtroppo potrebbe continuare a salire nelle prossime settimane.

Parole di cordoglio sono state espresse anche da Roger Walton e Rachel Lampard, rispettivamente presidente e vicepresidente della Conferenza metodista britannica che si sono chiesti quale può essere la risposta dinanzi a eventi così strazianti.

«La nostra prima risposta, insieme al profeta Ezechiele che era parte di un popolo che aveva perso tutto, – si legge nella dichiarazione ufficiale pubblicata sul sito della Chiesa metodista in Gran Bretagna sabato 17 giugno – è stare accanto alle persone, rimanendo in silenzio (Ezechiele 3, 15). Sedersi accanto alla gente. Ascoltarli. Fare cordoglio per e con loro. Prendersi cura e rimanere in silenzio mentre sentiamo la perdita, il dolore, la paura e la rabbia».

Quest’ultimo sentimento, continuano i due firmatari, non deve essere liquidato o condannato. «La gente si sentirà arrabbiata con Dio, con coloro che avevano il potere di agire, ma non lo hanno fatto, e con una società che non valorizza coloro che sono i più poveri o più svantaggiati».

La rabbia spesso fa paura, eppure anche Gesù – nell’episodio della cacciata dei mercanti dal tempio – provò questo sentimento. La reazione di Gesù non va letta come un atto di violenza quanto piuttosto come l’espressione simbolica della rabbia tipica dei profeti che si scagliavano contro le ingiustizie del loro tempo. «Il vangelo di Matteo racconta come, dopo aver rovesciato i tavoli, i ciechi e gli zoppi vennero a Gesù, la stessa gente che era stata esclusa dal tempio da coloro che hanno il potere. Vennero a Gesù e furono guariti. La rabbia di Gesù portò alla giustizia, dimostrando che una vita diversa non solo era possibile, ma era richiesta dalle persone che seguivano Gesù».

Alla luce dei tristi eventi di questi ultimi mesi che hanno sconvolto l’Inghilterra e il mondo, Roger Walton e Rachel Lampard si chiedono: «Siamo ad un punto di svolta? Dio ci chiede una risposta nuova e radicale? L’amore di Dio e il comandamento di amare il nostro prossimo non finiscono alla fine della nostra strada, nemmeno alla fine delle nostre frontiere nazionali. Se è così, allora dobbiamo considerare – e dare priorità – ai bisogni e alle voci dei più poveri e dei più svantaggiati, non solo in questo paese, ma in tutto il mondo.

Cosa facciamo? Ci troviamo di fronte alla realtà che non possiamo cambiare tutto domani. Ma dobbiamo tenere davanti a noi questa via alternativa: l’immagine del regno di Dio. E poi dobbiamo proclamarla e viverla nella nostra vita e nelle nostre comunità. E non deve fermarsi lì: deve crescere per trasformare il mondo politico ed economico, lavorando con tutti coloro che condividono una visione della giustizia e del bene comune. Ricordiamo che il giudizio di Matteo 25 è riservato a coloro che non hanno vissuto le vie del regno».

La dichiarazione si conclude con l’invito a mettere in pratica il testo guida di quest’anno tratto dal profeta Michea 6, 8: «O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene; che altro richiede da te il SIGNORE, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?».

Immagine: By Natalie Oxford – https://twitter.com/Natalie_Oxford/status/874835244989513729/photo/1, CC BY 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=59913134