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I libri e la costruzione di una comunità

A fronte di un crescente impoverimento culturale, concetti quali “rete” e “comunità” vengono in soccorso, in particolare quando si ragiona di libri, lettura e – specialmente – di lettori e lettrici, persone cioè che dedicano tempo e risorse alla propria crescita culturale, non solo individualmente ma insieme ad altri, contribuendo così allo sviluppo intellettuale di un gruppo o di un territorio. Perché libri e letture sono da condividere in una comunanza che può declinarsi sul piano locale, nazionale o internazionale: una comunione di vita sociale che porta con sé conoscenze, esperienze, sorprese.

Il tema è davvero ampio ma è bene circoscrivere il campo e limitarsi ad alcuni cenni, pensando alle Valli valdesi dove Pralibro ha luogo, ogni anno., organizzata da Rocco Pinto (Libreria Il Ponte sulla Dora), da Sara Platone (Libreria Claudiana di Torino) e dal pastore Vito Gardiol (Chiesa valdese di Prali). Festeggiando i suoi primi quindici anni – durante la bella inaugurazione nel terzo week-end di luglio che ha attirato tante persone – si è affrontato da diverse angolature e prospettive l’importanza del «fare comunità» intorno al Libro e ai libri, un fil rouge che ha attraversato ogni edizione, ma che quest’anno si arricchisce di nuova linfa.

Parlare di “reti” e “comunità” non è certo una novità, da tempo nelle scienze sociali vi è stata una svolta che ha messo al centro le relazioni, la loro inevitabile fluidità e parzialità. Nei contesti urbani le reti si arricchivano anche di dinamiche complesse – oggi sotto i nostri occhi – che avevano a che fare con le migrazioni, il mutamento sociale, le pratiche discorsive e linguistiche, le rappresentazioni (conoscenze, credenze e valori). Mettere le persone al centro significa però introdurre un elemento di novità, cioè lo studio del modo in cui esse sono legate le une alle altre, per quale scopo, in vista di una crescente capacità di innovazione che genera e rigenera i modelli culturali e i modi di agire nella società, come sottolineato dall’antropologia dell’esperienza. In un certo senso, le reti sociali rendono dinamiche le comunità, le rinnovano e le reinventano sia perché permettono di fare memoria e sia perché consentono un allargamento inclusivo dopo chiusure e arroccamenti, favorendo la riflessione critica.

Inoltre, il mondo valdese da sempre valorizza la lettura personale, collettiva e condivisa, intorno alla Bibbia, in quella che può essere chiamata una «comunità ermeneutica o d’interpretazione», ma quest’anno rifletteremo sulla «lettura comunitaria» attraverso tantissimi incontri. Un libro in particolare affronta queste tematiche ed è stato scritto da Lidia Maggi e Angelo Reginato «Vi affido alla Parola. Il lettore, la chiesa e la Bibbia» (Claudiana 2017) in cui emerge la pluralità di modelli di chiesa a partire dai quattro evangelisti che avevano ognuno un’idea, un modello e un progetto di comunità cristiana.

Una comunità in ascolto della Parola, in cui risuona un discorso nuovo intorno all’esperienza della Grazia, da testimoniare ancora e di nuovo. E per mettersi in gioco nel cantiere laico della società.

Le comunità spesso si riuniscono intorno a uno scopo o a un interesse, ma i molti festival che animano la nostra Penisola – alcuni dei quali presenti all’inaugurazione con Giuseppe Laterza che ha ricordato Stefano Rodotà e Tullio De Mauro – sono frequentati da persone che amano il confronto e l’approfondimento: uno spazio pubblico in cui praticare il dialogo e il ragionamento, con atteggiamenti mobili e non giudicanti come ci hanno insegnato i due studiosi.

Anche Pralibro consente una sorta di «aggiornamento continuo» per contrastare quell’impoverimento culturale cui non siamo inevitabilmente destinati. E il nesso tra comunità e lettura consente di riflettere sulla centralità delle persone e dell’amicizia che si dispiega attraverso i libri che creano e ricreano i modi di stare insieme, di dialogare e di confrontarsi: è una spinta verso l’amore del prossimo, il pluralismo e la democrazia inclusiva, fattori protettivi per un miglioramento delle condizioni di vita. Tutto questo e molto altro si può sperimentare fino a metà agosto.