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Uragani e impatto ambientale

Augusto Spuri è il Generale in ausiliaria del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica militare

In questi giorni siamo stati colpiti dalle notizie sugli uragani Harwey e Irma che hanno portato distruzione e morte nel Mar dei Caraibi e nella parte sudorientale degli USA. Ricordiamo ancora l’uragano Katrina che devastò New Orleans nel 2005. Ma cosa sono gli uragani? In meteorologia questi fenomeni vengono chiamati “cicloni” termine che indica un vortice che ruota intorno ad una zona di bassa pressione atmosferica associato a piogge, temporali e venti forti. Semplificando molto, il meccanismo di formazione dei cicloni e di tutti i fenomeni atmosferici a media e larga scala è legato a due fattori: l’attività del Sole che riscalda maggiormente le zone equatoriali della Terra rispetto a quelle polari e la rotazione della Terra. I cicloni tropicali sono molto più intensi dei cicloni extra-tropicali perché si originano vicino all’equatore traendo energia dal calore liberato dall’oceano (molto più caldo alle basse latitudini) e alimentandosi grazie al calore latente di condensazione liberato dal vapore acqueo che si trasforma in nube. Che relazione c’è tra i cicloni e i cambiamenti climatici? Se aumenta la temperatura degli oceani, ci sarà più energia nel meccanismo di formazione dei cicloni e inoltre l’aria più calda contiene più vapore acqueo e libera una quantità maggior di calore latente. Questo significa che i cicloni tropicali potrebbero divenire sempre più numerosi e devastanti ma anche i cicloni extra-tropicali (ovvero quelli che colpiscono l’Europa e l’Italia) potrebbero essere più potenti di quelli del passato. Veramente il clima sta cambiando? La maggior parte dei climatologi concorda sul fatto che siamo di fronte ad un riscaldamento globale della Terra. Tuttavia è anche vero che sulla quantità di questo riscaldamento non vi è unanimità. Alcuni modelli matematici prospettano scenari catastrofici nei prossimi 30 anni, altri sono più rassicuranti. Queste differenze sono dovute al fatto che da un lato ci sono fonti di inquinamento come il CO2 che aumentano l’effetto serra e quindi la temperatura della Terra ma dall’altro lato altre fonti di inquinamento come gli aerosol diminuiscono la trasparenza dell’atmosfera attenuando la radiazione solare e quindi la temperatura. Non è facile prevedere quale di questi due effetti contrastanti prevarrà nel futuro. Tuttavia sarebbe sbagliato sottovalutare gli scenari futuri che ci prospettano i climatologi anche perché un aumento della temperatura media della Terra di un solo grado centigrado avrebbe effetti significativi su vaste aree del pianeta. Inoltre vorrei sottolineare il fatto, spesso sottovalutato dai media, che l’impatto delle attività umane sul territorio può essere devastante a prescindere dai cambiamenti climatici. Contrariamente a quanto si pensa, i cambiamenti climatici sono un fatto naturale e la parola stessa “clima” deriva dal greco e significa “inclinazione” e sta a indicare il fatto che le condizioni meteorologiche variano a seconda dell’inclinazione dei raggi solari. Il clima non è mai stato costante: negli ultimi 2000 anni ci sono stati periodi in cui la temperatura della Terra è stata superiore a quella odierna. Ora i danni provocati dagli uragani aumentano soprattutto per il fatto che aumenta l’urbanizzazione delle zone che colpiscono. Oggi non siamo in grado di dire con sicurezza quale sarà il clima della Terra tra 30 o 50 anni, ma sicuramente possiamo affermare che, se non diminuirà l’impatto ambientale delle attività umane, il pianeta andrà incontro a devastazioni sempre più grandi.

Immagine: via istockphoto.com