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Sudafrica fra luci e ombre

(Fonte: Anglican Communion News Service)

«Il Sud Africa è seduto su una polveriera», ha dichiarato il vescovo anglicano di Johannesburg, Stephen Mosimanegape Moreo, in apertura del Sinodo della diocesi tenutosi la scorsa settimana.

Il vescovo ha fatto riferimento al numero di persone colpite dalla povertà, aumentato tra il 2011 e il 2015 del 53,2%, per dire che questo costituisce un grave pericolo.

Moreo ha richiamato l’attenzione su alcuni punti critici che richiedono la mobilitazione della chiesa e della società, dal momento che «le autorità sembrano incapaci di farvi fronte».

Tra i problemi citati la disoccupazione, soprattutto di giovani uomini, che rende necessarie iniziative di formazione e accompagnamento. Le singole chiese, le scuole e le organizzazioni devono offrire un’alternativa alla delinquenza, ha osservato il vescovo, mostrare loro come «combattere il male piuttosto che perpetrarlo».

Un altro tema toccato da Moreo è stato quello della discriminazione di donne, disabili, malati psichici, persone lgbtqi. Riguardo a questi ultimi, in particolare, «per dirla chiaramente», ha commentato, «c’è ancora una divisione circa i diritti dei gruppi emarginati, ma la domanda su che cosa avrebbe fatto Gesù dovrebbe fare riflettere tutti, qui, onestamente. Gesù ha accettato tutti noi così come siamo, e noi come Diocesi dobbiamo fare lo stesso».

Anche la violenza contro le donne è stato un argomento del discorso del vescovo, che ha citato i dati relativi all’anno 2015-2016, in cui sono stati denunciati circa 167.000 casi di violenze di vario genere. Tutto ciò in un contesto che già le penalizza fortemente in termini di scolarizzazione, retribuzione sul lavoro, tasso di disoccupazione.

Moreo ha riconosciuto anche che «come chiesa che promuove la vita familiare, dobbiamo riconoscere che le famiglie sono in crisi. La struttura familiare è al collasso: se teniamo conto dell’aumento dei divorzi e dell’assenza di uno o di entrambi i genitori nella cura dei bambini, questi sono inevitabilmente colpiti». Da qui l’invito a ogni parrocchia, scuola e organizzazione a supportare le famiglie nel loro compito, compatibilmente con le richieste della vita moderna.

Per chiudere con il tema del traffico di esseri umani, Moreo ha detto che il tempo della schiavitù non è finito, citando in particolare i casi di ragazze e ragazzi attirati lontano da casa con promesse di lavoro e di soldi, che puntualmente si rivelano illusorie e portano a matrimoni forzati, prostituzione minorile, lavoro poco o nulla retribuito, emigrazione forzata.

Negli stessi giorni, dal 31 agosto al 7 settembre, un gruppo di teologi, rappresentanti della Comunione anglicana e della Comunione mondiale delle chiese riformate (Cmcr-Wcrc) si sono riuniti a Durban per il terzo incontro di dialogo internazionale riformato-anglicano (Irad). L’incontro si è focalizzato sulla ricerca di modi di crescere insieme nell’unità e nella missione nelle diverse parti del mondo. Nel primo incontro, nel 2015, le Comunioni anglicane e riformate si trovavano per la prima volta in un dialogo formale, a livello globale, dal 1984, quando la Commissione internazionale anglicano-riformata aveva messo a punto il rapporto congiunto intitolato Gods Reign and our Unity.

Nel 2011, un nuovo incontro si era concentrato sulla natura della comunione (koinonia) e sui temi condivisi dalle due Comunioni di fede. In questo terzo meeting, i partecipanti (provenienti da Scozia, Irlanda, Regno Unito, Giappone, Sudafrica, Camerun, Canada, Usa e India) hanno approfondito la riflessione sul tema della comunione come «infrangibile dono e chiamata», all’interno dei diversi contesti mondiali.

Il contesto specifico del Sudafrica ha offerto uno spunto di partenza assai importante, in particolare per quanto riguarda il tema dell’apartheid e del post-apartheid, ai partecipanti che hanno potuto ascoltare l’analisi incisiva di Jerry Pillay, già presidente del Wcrc e professore di Storia della chiesa all’Università di Pretoria. Inoltre hanno potuto seguire un seminario sul rapporto fra koinonia e trasformazioni sociali, presso l’Università di KwaZulu-Natal, a Pietermaritzburg.

L’incontro è stato positivo, secondo il direttore per l’unità, la fede e l’ordine della Comunione anglicana, John Gibaut, che ha dichiarato: «C’erano energia ed entusiasmo, uno spirito che ho trovato molto incoraggiante. Credo che abbiamo posto le basi per quello che sarà un periodo molto interessante di impegno comune fra le due Comunioni».

Immagine: una veduta di Città del Capo, via Pixabay