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Liberi per amare e servire

Centoventimila persone hanno partecipato, il 28 maggio a Wittenberg, alla celebrazione conclusiva del Kirchentag, il grande raduno degli evangelici tedeschi, quest’anno centrato sui 500 anni della Riforma protestante. Tra l’altro, metà della colletta raccolta durante il culto è stata destinata al progetto dei Corridoi Umanitari per i rifugiati, promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio.

Una celebrazione analoga, anche se ovviamente di dimensioni molto più modeste, si è svolta a Milano il 3 giugno scorso, dove 1400 evangelici si sono riuniti in un corteo gioioso e multicolore nei pressi di piazza del Duomo per raggiungere il Teatro Dal Verme, vicino al Castello Sforzesco, dove si è tenuto un culto di Pentecoste, il cui motto biblico, tratto da una lettera dell’apostolo Paolo, era «dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà».  

Con questa manifestazione i protestanti italiani – avventisti, battisti, Esercito della Salvezza, luterani, metodisti e valdesi – hanno voluto uscire dalle loro chiese per dire alla città e al Paese l’attualità della Riforma, per rendere visibile la loro unità e, in questa «rinnovata comunione ecumenica», per esprimere l’impegno «a predicare l’Evangelo, a denunciare ogni tipo di ingiustizia, a consolare chi soffre e accogliere chi è emarginato o discriminato», come si legge nella dichiarazione sottoscritta dalle chiese promotrici dell’evento.

La discesa dello Spirito sui credenti, è stato sottolineato durante il culto di Pentecoste, crea una comunità multicolore, in cui le diversità sono una ricchezza e non un ostacolo; crea una comunità in cui ciascuna e ciascuno ha un dono da mettere a disposizione di tutti; e infine crea una comunità dove la libertà viene vissuta non per seguire il proprio egoismo, ma nell’amore e nel servizio reciproco. È in questa libertà che, come protestanti, vogliamo vivere: ma non da soli, in uno splendido isolamento. La festa dei protestanti italiani infatti si è conclusa, subito dopo il culto, con una preghiera ecumenica promossa dal Consiglio delle chiese cristiane di Milano: perché, come si leggeva nella convocazione, «la festa comune di Pentecoste spinge tutti ad essere testimoni dell’unico Signore Gesù, pur con le nostre lingue diverse, vissute come una ricchezza». 

Foto Adriano Giaiero