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Epoche diverse, diverse celebrazioni

Il Centro culturale valdese (Torre Pellice), oltre al Museo e al Sistema museale, dispone di un patrimonio fatto di libri, materiali, documenti che vengono esposti in occasione di mostre temporanee. Nel 500° anniversario della Riforma, sono state realizzate esposizioni (e relative pubblicazioni) che hanno reso visibili alcuni fra i più interessanti di questi materiali, e hanno costituito uno sguardo di riflessione sugli eventi nati dal XVI sec. in avanti, proprio attingendo al patrimonio. Così è stato per la mostra della collezione libraria «Piero Guicciardini» e la Riforma in Italia nel ‘500 e ‘800, realizzata in collaborazione con la Biblioteca nazionale di Firenze; così anche per «Lutero e la Riforma attraverso le edizioni del Cinquecento della Biblioteca valdese».

Ora, nel week-end del 28-29, ottobre al Centro culturale si tiene una giornata di valutazione che coincide con la presentazione di una mostra già in corso: «Da Wittenberg a Chanforan. Le celebrazioni della Riforma». Sono esposti materiali (testi, fotografie, dipinti e disegni) che rendono conto di come, in momenti diversi, si sia guardato alla Riforma; con esiti dilaceranti ma anche arricchenti. «Dire da Wittenberg a Chanforan – dice Marco Fratini, responsabile della Biblioteca e uno dei curatori – significa vedere come nel nostro patrimonio troviamo riflessi di quello che si è fatto altrove e poi qui è arrivato in merito alle celebrazioni, in occasione per esempio delle nascite dei riformatori, o dell’anniversario del 1517, oppure di quelli della Riforma in Svizzera); si tratta di vedere come la ricaduta di quelle celebrazioni si sia riverberata sul patrimonio che abbiamo qui e la visione che ne hanno avuto i valdesi».

In particolare viene preso in esame il periodo 800-900, fino agli anni ‘30… «È in questo periodo che si concentra una specie di “monumento-mania”, tutto un fiorire di celebrazioni, con la complicazione che si tratta in molti casi di eventi nati in periodi di guerra, che portano a reinterpretare in modo particolare i fatti del passato – prosegue Fratini –: pensiamo a cosa significasse ricordare il 1517 un secolo fa, in pieno conflitto mondiale. La guerra era in Europa, ma gli ambienti luterani negli Usa furono messi in crisi dalla dichiarazione di guerra espressa dal presidente Wilson; e così pure, nel 1933, 450° anniversario della nascita di Lutero, padre della Riforma, la minaccia hitleriana percorreva l’Europa, compresi i protestanti… E ancora, gli ambienti laici nell’800 vedevano con sospetto la figura di Calvino: nell’imminenza del 4° anniversario della nascita, nel 1909, venne visto come figura intollerante. Così a Ginevra fu deciso di realizzare un monumento intitolato a Michele Serveto nel 1902, e il celebre “Muro dei Riformatori” comprende tanti altri personaggi proprio per questo. Sulla stampa valdese naturalmente arrivava notizia di queste iniziative e dei relativi dibattiti, ma l’importante è che nella mostra si trova non solo la visione valdese, ma quella dell’ecumene protestante».

Non di sole mostre, tuttavia, si tratta: «Il Centro culturale – dice il direttore Davide Rosso – ha promosso un percorso di riflessione avviato due anni fa con dei corsi e seminari organizzati con il prof. Sergio Rostagno, non solo a Torre Pellice: così si sono raggiunti livelli diversi di pubblico; ma anche l’ufficio “Il Barba”‚ non aveva mai avuto un così grande afflusso di persone, scuole interessanti a visite,e grande seguito ha avuto anche il “teatro delle ombre”». (a.c.)