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Solidarietà dei battisti italiani alla piccola chiesa battista del Texas

Di fronte alla efferata strage consumata durante il culto domenicale della piccola chiesa battista di Sutherland Springs (Texas), in cui hanno perso la vita 26 persone, tra cui molti bambini, e altri 24 sono rimasti feriti, esprimo anzitutto la profonda solidarietà e vicinanza di tutte le chiese battiste italiane in comunione con l’Ucebi alla chiesa consorella colpita dalla «follia mortale» di un ventiseienne, ex militare. In particolare, il nostro pensiero va a tutti i fratelli e a tutte le sorelle che hanno perso i loro cari e al pastore Frank Pomeroy, e alla moglie Sherri, che nella sparatoria hanno perso la loro figlia quattordicenne, Annabelle. Il Signore li consoli e li confermi nella speranza viva. Dia loro forza e coraggio perché la piccola chiesa, resa ancora più piccola, possa resistere al male e continuare a testimoniare l’evangelo del Regno di Dio.

Una piccola chiesa battista in un piccolo villaggio del Texas: questo lo scenario in cui è avvenuta, secondo le autorità locali, la peggiore strage della storia del Texas. Una strage che si aggiunge oggi a tante altre, spesso di natura terroristica ed ideologica a cui il nostro tempo in un mondo globalizzato ci sta abituando, inseminando in ciascuno di noi il seme dell’assuefazione a considerare «normali» azioni di questo genere, così come «normale e giusto» appare a molti americani il diritto per ciascun cittadino a detenere armi e a usarle.     

È significativo, inoltre, rilevare  come i confini tra azioni terroristiche, legate a fondamentalismi e a ideologismi, e azioni dettate dalla «follia» di un singolo sono molto labili e non sempre di facile identificazioni: una piccola chiesa battista che non ha alcuna occasione mediatica di essere conosciuta nel mondo globalizzato per il suo annuncio dell’Evangelo, per la conversione che la Parola di Dio opera in ciascuno donando gioia, libertà e responsabilità fondati sul battesimo, per la pace e la giustizia nel mondo, oggi è all’attenzione mediatica globale per un gesto apparentemente folle, ma che forse dobbiamo incominciare seriamente a leggere con gli occhiali della banalità del male, che avanza negli interstizi delle debolezze delle democrazie e delle coscienze di molti.

Reagiamo tutte e tutti con la preghiera del Padre Nostro che ci ha insegnato Gesù Cristo, e con lui diciamo: «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno».