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Tra l’Africa e l’Italia: il ministero di Bruno Tron

La mattina di oggi, 10 novembre, è scomparso a Luserna San Giovanni, all’età di 87 anni, il pastore bruno Tron. Nato a Asmara (Etiopia), era stato consacrato al ministero pastorale nel 1956. Già prima della consacrazione, tuttavia, aveva servito la Chiesa evangelica dell’Eritrea, prima di passare un anno (il suo periodo di prova) come coadiutore nella chiesa valdese di Torre Pellice, per tornare in Africa nel 1958.

Proprio in quelle terre Bruno Tron passerà la prima parte del suo ministero, attivandosi anche per la traduzione della Bibbia nella lingua locale, per poi rientrare nel 1977: da quel momento alcune chiese del Sud d’Italia si gioveranno della sua predicazione: Messina, con diaspora e con Reggio Calabria, e poi Napoli (chiesa del Vomero) e Napoli metodista. Gli ultimi sette anni prima dell’emeritazione, avvenuta nel 1995, sono invece vissuti tra Torino e Pinerolo, dapprima con la cura della Comunità torinese di lingua inglese per un biennio (1988/89) e poi con la presenza pastorale a Pinerolo (1989/95).

Nel frattempo, diversi erano stati gli incarichi assunti dal pastore Tron, in comitati e commissioni (Comm.ne studio per la diaconia, Comunità alloggio di Torre Pellice, Comitato esecutivo di Agape, impegni in due Commissioni esecutive distrettuali). Bruno Tron è stato però anche, per diversi anni, a contatto con chi arrivava dal continente nero e non solo, come parte attiva del Servizio migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei): erano gli anni (la seconda metà degli anni ‘80) in cui l’Italia, dopo altre nazioni europee che ebbero colonie in Africa (Francia, Belgio), scopriva che il Terzo mondo, o meglio, i Paesi in via di sviluppo, si sarebbero affacciati alle nostre porte, e sarebbe stato impossibile far finta di niente. Il panorama di oggi è molto diverso, ma già allora la Fcei fu parte attiva nella ricerca dell’inserimento di profughi e immigrati arrivati con storie diverse alle spalle e magari una identità evangelica.

L’attenzione di Bruno Tron per le terre della sua gioventù non cesserà neanche negli anni del suo arrivo in Piemonte, e sarà un’attenzione fatta anche di incontri, dibattiti, collaborazione con gli enti locali e la società civile. E in ultimo, nella linea di quella vocazione che si era espressa in Africa, il pastore Tron è stato rappresentante italiano nel Comitato della Cevaa, la Comunità di chiese in missione, organismo di scambio fra chiese di tutti i continenti.