sikanovanie

Combattere il bullismo fa parte del nostro modello educativo

Con l’avvicinarsi della giornata mondiale dedicata all’infanzia (20 novembre) cresce l’attenzione al tema delle violenze subite dai bambini, ma anche a quei casi in cui i più giovani sono allo stesso tempo vittime e carnefici, come negli atti di bullismo di cui la cronaca racconta quasi ogni giorno.

Non è un problema solo italiano, ovviamente. Nel Regno Unito, lunedì è stata diffusa la versione aggiornata di una guida pubblicata nel 2014 dall’Ufficio per l’educazione della Chiesa anglicana. Intitolata Valorizzare tutti i figli di Dio (Valuing all God’s Children), è destinata alle sue circa 5000 scuole per prevenire gli atti di bullismo legati in particolare alla sfera sessuale. In particolare, si legge su Anglican News che ha diffuso la notizia, l’obiettivo è impedire che «i ragazzi perdano la fiducia in se stessi e nelle loro capacità a causa di atti di bullismo subiti per la loro (reale o percepita) identità di genere o orientamento sessuale».

La guida si ricollega a un altro importante documento pubblicato nell’autunno 2016 e accolto con grande entusiasmo dal Sinodo generale dello scorso luglio, la Visione dell’educazione della Chiesa d’Inghilterra, in particolare i quattro pilastri che ne definiscono il modello educativo: saggezza, conoscenza e abilità; speranze e aspirazioni; comunità e vita comune; dignità e rispetto.

Nella speranza dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, che ha ricordato quanto siano gravi le conseguenze degli atti di bullismo su chi li subisce (disturbi mentali, autolesionismo, depressione, suicidio) questo documento dovrebbe rendere le scuole «posti sicuri in cui crescere» per il milione di studenti che le frequentano. La guida, ha sottolineato Welby, «riguarda la prevenzione del bullismo, non l’etica sessuale. Riflette l’orientamento della Chiesa secondo cui ogni persona ha una dignità intrinseca, come essere umano, e mette in atto la posizione della Comunione anglicana, che condanna l’omofobia», come affermato dai Primati della Comunione in un comunicato del 15 gennaio 2016 in cui si condannavano il pregiudizio e la violenza omofobica.

Sebbene il documento riconosca che ci sono posizioni discordanti su questioni relative alla sessualità, al matrimonio e all’identità di genere, ribadisce la necessità dell’impegno nel rapportarsi agli altri in modo amorevole, rispettando la dignità altrui senza un atteggiamento di superiorità o respingimento.

Da più parti (lo stesso Welby, ma anche il vescovo di Ely, Stephen Conway, e di Nigel Genders, entrambi impegnati nell’Ufficio educativo della Church of England), è stata sottolineata l’idea che sta alla base dell’educazione: l’importanza di «poter vivere la vita in tutta la sua pienezza», con dignità e speranza, a partire dal periodo di formazione e costruzione della propria identità.

La guida intende dotare le scuole di strumenti efficaci per riconoscere, combattere e denunciare i comportamenti di prevaricazione, puntando sulla necessità di una «chiara politica antibullismo» da parte delle scuole, sull’inserimento di questa visione nel curriculum scolastico, e chiedendo alla Chiesa stessa di vigilare sull’applicazione della guida.

Questa contiene un quadro giuridico sul tema delle discriminazioni e un’analisi dei comportamenti negativi, indicazioni per le scuole primarie e secondarie, 12 raccomandazioni destinate specificamente a scuole e organi ecclesiastici e una serie di appendici contenenti glossari, modelli per la definizione di una propria «politica antibullismo» e formulari per la denuncia dei casi di bullismo, indicazioni bibliografiche.

La guida è scaricabile qui.

Immagine: By Elizabet21 – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48648099