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Fine vita, in Francia si amplia la possibilità di intervento

 

Il 13 settembre, in Francia il Comitato consultivo nazionale di etica (Ccne) ha pubblicato il parere n. 139 intitolato “Questioni etiche relative alle situazioni di fine vita: autonomia e solidarietà”.
 
In questo testo, il Comitato formula due raccomandazioni principali: rafforzare le misure di sanità pubblica nel campo delle cure palliative e porre le basi per «un’applicazione etica dell’assistenza attiva nel morire». 
 
Per il momento, tutto si basa sulla legge Claeys-Leonetti, che consente una «sedazione profonda e continua fino alla morte» per i malati terminali che soffrono molto, con una prognosi vitale a breve termine. Il paese vieta il suicidio assistito, mentre altri paesi europei, come il Belgio e i Paesi Bassi, hanno modificato la loro legislazione negli ultimi anni per consentire l’eutanasia in modo molto controllato.    
 
Ma le cose potrebbero cambiare. Dopo i vari sviluppi legislativi, medici e sociali degli ultimi anni, il 13 settembre il Comitato Etico Consultivo Nazionale ha emesso un parere, accettando per la prima volta la possibilità di assistenza «attiva» nell’accompagnare alla morte i pazienti con una prognosi «a medio termine», cioè di poche settimane o mesi, e con sofferenze fisiche e/o psicologiche insopportabili.  
 
Tale sviluppo potrebbe avvenire solo a condizioni «rigorose»: una richiesta di assistenza attiva al morire «libera, informata e reiterata» da parte del paziente, analizzata dai curanti in una «procedura collegiale». Gli assistenti coinvolti dovrebbero poter beneficiare di una clausola di coscienza. 
 
In seguito al parere del Comitato etico consultivo nazionale il protestantesimo francese desidera esprimersi su questa prospettiva, che sta valutando da diversi anni.
 
La Federazione protestante francese (Fpf) ha preso atto del carattere prudente del parere del Comitato consultivo nazionale di etica e del fatto che esso convalida un’evoluzione della legislazione per consentire, in alcuni casi, l’assistenza attiva nel morire.
 
«L’Fpf accoglie con favore l’incoraggiamento della Ccne – si legge in un comunicato – a mettere in atto le misure di sanità pubblica necessarie per lo sviluppo delle cure palliative e per una migliore conoscenza e applicazione della legge Leonetti-Clayes. Prende altresì atto delle riserve espresse da otto membri della Ccne. Condivide il timore che, in assenza di una reale valutazione degli effetti della legge Leonetti-Clayes e di fronte all’inadeguatezza delle risorse attualmente destinate allo sviluppo delle cure palliative, la modifica legislativa proposta sia motivata principalmente da ragioni economiche o ideologiche».
 
La Federazione protestante di Francia, si legge ancora, «comprende la complessità dell’argomento e sostiene la prospettiva di una convenzione di cittadini e di un grande dibattito nazionale». In consultazione con le autorità religiose che fanno parte della Conferenza dei responsabili dei cultu in Francia, «la Federazione parteciperà attivamente a queste discussioni».
 
Inoltre, la Fpf si impegna a «continuare le sue riflessioni sulla cura della fine della vita e a riprendere i punti di vista espressi nel lavoro della sua Commissione Etica e Società “Etica e Protestantesimo, elementi di riflessione”, pubblicato nel 2021, per arricchirli con gli approfondimenti proposti nel Parere 139 relativo agli «adulti affetti da malattie gravi e incurabili, che causano sofferenze fisiche o psicologiche intrattabili, la cui prognosi vitale è impegnata a medio termine».
 
In considerazione della diversità della visione del tema dei suoi membri, la Federazione protestante di Francia desidera ricordare i quattro principi strutturanti che guidano la sua riflessione etica sulla fine della vita:
 
«Dio è all’origine di tutta la vita. Per i cristiani, la dignità è intrinseca a ogni persona perché creata a immagine di Dio; non può essere né acquisita né persa.
La vita è un dono, una grazia. È parte di un’interdipendenza, in cui ogni persona è, allo stesso tempo e in successione, aiutata e aiutante.
La finitudine è un elemento strutturante della condizione umana.
Il principio della compassione fraterna verso i più vulnerabili».