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Giornata mondiale del rifugiato

La giornata internazionale del rifugiato, stabilita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per il 20 giugno, anniversario della Convenzione sui profughi (20 giugno 1951), dal 2001 intende sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di questa specifica categoria di migranti. Vuole portare a riflettere sulle implicazioni di un’esperienza che obbliga a lasciare ogni cosa, spesso anche i propri affetti più cari, per andare incontro all’ignoto, spesso con sofferenze e umiliazioni difficili da immaginare. Ma anche a scoprire che dietro queste storie ci sono sogni e speranze molto vicine alle nostre.

Quest’anno la riflessione sul tema dei rifugiati, e la celebrazione di questa giornata, appare particolarmente ricca di significato e di urgenza. Sono molte anche in Italia le occasioni per affrontare il tema, e anche diverse chiese metodiste e valdesi hanno organizzato per i giorni intorno al 20 giugno una serie di momenti. Al centro della scena, com’è naturale, è il discorso sul progetto Mediterranean Hope e in particolare sui Corridoi umanitari, che dall’inizio di quest’anno sono diventati una realtà concreta. Un progetto già definito da più parti, in Italia e all’estero, una buona pratica da imitare ed estendere ad altre realtà.

Si comincia domani, mercoledì15 giugno alle 18, a Vicenza, con un incontro al quale interverranno Francesco Piobbichi, operatore di MH, e Monica Mazzuccato della Comunità di Sant’Egidio, introdotti dal giornalista de La voce dei Berici, Andrea Frison. Il tema del dibattito, che si terrà al Palazzo delle Opere sociali, ha come titolo «Corridoi umanitari: prospettive e disegni dalle frontiere» e infatti per l’occasione sarà esposta una mostra (fino al 24 giugno) dei disegni di Piobbichi, che con efficacia e immediatezza raccontano il dramma dei migranti.

Sempre a Vicenza, giovedì 23 alle 20,45 alla parrocchia di Santa Maria Bertilla è prevista una veglia ecumenica, un’iniziativa promossa già da cinque anni dalla chiesa metodista, dal Centro Astalli, dalle suore orsoline e quest’anno anche da Migrantes. Quest’anno è stato scelto un titolo tragicamente evocativo: «Morire di speranza: in memoria di chi ha perso la vita cercando di raggiungere l’Europa». Per inciso, segnaliamo un analogo appuntamento che si tiene a Pavia alle 21 alla basilica di San Michele Maggiore, promosso dalla chiesa valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio con la presenza del vescovo Corrado Sanguineti, di Giorgio Musso della Comunità di Sant’Egidio e di Gianandrea Nicolai della chiesa valdese. Partecipano comunità e associazioni di immigrati, rifugiati e organizzazioni di volontariato.

Fortemente incentrate sull’aspetto della speranza, della vita e dell’accoglienza, saranno poi le due iniziative organizzate in Puglia, a Taranto e a Brindisi, il 16 (alle 17,30) e 17 giugno (alle 19), nelle quali interverrà Marta Bernardini, antropologa e operatrice di Mediterranean Hope a Lampedusa che dal 2014, insieme a Francesco Piobbichi e agli altri operatori del progetto, racconta le ombre ma anche le luci di questo grande dramma. Incontri rivolti alla cittadinanza, anche in questo caso, come dimostrano le “location” scelte: il Liceo “Vittorino Da Feltre” di Taranto e l’ex convento di Santa Chiara (vicino al Duomo) di Brindisi, oggi sede di eventi culturali. I promotori delle iniziative nelle due città, oltre alle rispettive chiese valdesi, sono le associazioni Libera e Babele di Taranto e il Comitato migranti e Mediterraneo di Brindisi.

Ultimo, ma solo in ordine temporale, l’appuntamento a Torino: un’iniziativa dal titolo significativo “Apriti Europa!” che prevede due giorni di eventi al Parco del Valentino nell’area “Spazio anch’io” gestita dall’oratorio salesiano San Luigi.

Realizzata dal Coordinamento regionale Non Solo Asilo e dall’associazione Mosaico – azioni per i rifugiati, con il patrocinio della Città, vede coinvolta, tra gli altri, la Chiesa valdese e la Diaconia valdese insieme alle molte realtà che compongono Non Solo Asilo..

Un momento di approfondimento e riflessione, ma anche di festa, con arte, musica, per tutte le giornate di venerdì 17 e sabato 18 (notte compresa!).

Un momento per riflettere insieme su quanto l’Europa rappresenti ancora un rifugio per richiedenti asilo e rifugiati, e quali passi bisogna fare affinché continui ad esserlo», scrivono gli organizzatori. «Primo soccorso, iter per la richiesta di protezione, una forma di cittadinanza, casa e lavoro sono elementi imprescindibili per l’accoglienza e il percorso di autonomia, ma hanno bisogno dello sforzo di tutta la società per sperimentare strade sostenibili».

La manifestazione si apre alle 16 con il primo dibattito “Lavoro Migrante” con Carovane Migranti e realtà che si occupano di caporalato in Piemonte. La serata inizia alle 21 a cura di ArteMigrante. Sabato dalla mattina alle 16 è prevista l’animazione negli stand, quindi un secondo incontro sul tema “Canali sicuri e legali. Buone pratiche e mobilitazioni dal basso”. Intervengono Guya Masoero di Amnesty International, ed Elisabetta Libanore e Massimo Gnone, della Diaconia valdese, che parleranno dei Corridoi umanitari. Segue alle 18 la conferenza dal titolo “L’Europa è ancora un rifugio per i rifugiati?” con l’Associazione ASGI e l’esperienza del Meridiano d’Europa di Acmos. “Apriti Europa!” si chiude con la mobilitazione “La vita sulle spalle #etucosaporteresti?” a opera di Amnesty International.

Foto By Mstyslav ChernovOwn work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=43060187