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La discussa legge sulla blasfemia in Pakistan fa altre due vittime

Ieri, 4 novembre, il 26enne Shahzad Masih e sua moglie, la 24enne Shama Bibi, sono stati arsi vivi con l’accusa di aver bruciato pagine del Corano. I due giovani, genitori di tre figli e in attesa del quarto, sono stati sequestrati per due giorni nella fabbrica di mattoni dove lavoravano, e dopo essere stati percossi e lapidati, sono stati spinti nella fornace usata per cuocere l’argilla.

Il tragico delitto, avvenuto nel Panjab in un villaggio nei pressi di Kot Radha Kishan, cittadina sita ad una 70 di km a sud di Lahore, è legato alla recente morte del padre di Shahzad: Shama, infatti, mettendo in ordine l’abitazione del suocero, aveva bruciato alcuni oggetti personali, incluse carte ritenute inservibili. Secondo un uomo musulmano, compagno di lavoro della coppia, in quel piccolo falò vi sarebbero state delle pagine del Corano. La voce si è sparsa nei villaggi vicini e una folla di oltre 100 persone ha preso in ostaggio i due giovani, che invano si sono dichiarati innocenti fino alla tragica fine.

Il Centro per la ricerca e gli studi di sicurezza di Islamabad fa sapere che con queste due ultime vittime, a partire dal 1990, sono almeno 60 gli omicidi di persone accusate come “blasfeme”. Tra le vittime ci sono giovani cristiani e indù ma anche giudici, avvocati, intellettuali musulmani, accusati di aver difeso o assolto dei presunti blasfemi. Shahbaz Sharif, ministro capo della provincia del Punjab, ha annunciato di aver assegnato a una commissione di tre membri l’incarico di indagare rapidamente sull’accaduto, e di aver ordinato alla polizia di rafforzare la sicurezza nei quartieri cristiani della provincia.

In una nota inviata oggi da Amnesty International all’agenzia Fides, che ha reso noto il tragico episodio in Italia, si legge «Questo tipo di violenza è alimentata dalle repressive leggi sulla blasfemia in Pakistan, che si aggiungono al clima di paura per le minoranze religiose. Una semplice accusa di blasfemia è spesso sufficiente a mettere una persona o un’intera comunità in pericolo. In questo caso, la folla sembra aver agito da giudice, giuria e boia».
 Secondo Amnesty, «le leggi sulla blasfemia violano le norme del diritto internazionale e dei diritti umani e devono essere riformate con urgenza, provvedendo a una efficace salvaguardia contro il loro abuso, fino a una eventuale abrogazione. La mancata coerenza del governo nell’affrontare la violenza compiuta in nome della religione invia a chiunque il messaggio che si possono commettere abusi scandalosi, giustificandoli come difesa dei sentimenti religiosi».

Foto: “Orissa violence destroyedbuilding” by All India Christian Council – courtesy All India Christian Council http://indianchristians.in/news/content/view/2332/45/. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.