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Accadde oggi, 12 novembre

Decine di milioni di persone. Dodicimila al giorno. Quante storie hanno da raccontare le mura del centro di accoglienza del minuscolo isolotto davanti a New York, Ellis Island. L’isola delle lacrime. Perché quante ne hanno versate di lacrime i migranti di tutto il mondo, prima alla vista della terraferma dopo giorni drammatici di viaggio su nave, partiti dalle case di fango e pietra della propria patria, incapace di sfamare i suoi figli. Quanti gli italiani, milioni. Ellis Island viene aperta nel 1894. Gli Stati Uniti stanno diventando un punto di riferimento economico mondiale, in tutta Europa non si fa altro che parlare delle prospettive luccicanti che ci aspettano al di là dell’oceano. E le navi iniziano a partire, a migliaia. Una volta giunti al porto di New York i passeggeri di prima e seconda classe vengono perquisiti e identificati con calma, nel caldo delle loro cabine.

Quelli di terza classe vengono dirottati verso il centro di accoglienza. Stipati come in un pollaio in un moderno girone dantesco, fra usurai, allibratori, procacciatori di lavoro, millantatori di fortune e possibilità, criminalità in cerca di manovalanza. I più provati dal viaggio vengono inviati verso l’ospedale dell’isolotto dopo essere stati marchiati con una croce di gesso sulla schiena. Gli altri devono registrarsi lasciando le proprie generalità: quanti nomi e cognomi storpiati dagli impiegati che non capiscono, non possono capire nulla in questa Babele di suoni (ne Il padrino parte seconda di Francis Ford Coppola, il giovane Vito Andolini diventa Vito Corleone, dal nome del proprio paese di nascita e perderà per sempre il proprio cognome originario, ma non il legame con la propria terra). Non mancano i valdesi, soprattutto a cavallo fra l’ottocento e il novecento.

Svuotano le valli pinerolesi che versano in drammatiche situazioni e cercano la fortuna nella terra dello zio Sam. E alcuni di loro trovano ad accoglierli un pastore protestante, Gennaro D’Anchise, che ha già messo in piedi un piccolo luogo di culto per la comunità valdese e presbiteriana a New York, e che dal 1914 al 1917 è ad Ellis Island per prendersi culto dei migranti evangelici in arrivo dall’Italia . Ellis Island chiude nel 1954. Ultimo inciso: a Ellis Island italiani e africani vengono sbarcati da una parte , il resto del mondo dall’altra. Ricordiamocelo in questi giorni di Cpt, di Lampedusa e di razzismo.

Foto via Flickr