torino_lgbt

Torino trascriverà i matrimoni gay

Con il voto storico del consiglio comunale di lunedì 10 novembre, Torino ha deciso di istituire il registro dei matrimoni gay contratti all’estero da cittadini italiani o stranieri residenti nel capoluogo Piemontese. Non solo. Il primo cittadino Fassino, firmatario della mozione passata con 18 voti favorevoli e 13 contrari, ha dichiarato che questa è «una soluzione temporanea in attesa di una legge nazionale». Fassino, presidente dell’Anci, chiamato da qualcuno il Sindaco dei sindaci, si è impegnato formalmente a portare questa istanza anche nell’associazione nazionale dei comuni italiani.

Un passo avanti enorme nell’affermazione dei diritti e nel rispetto delle minoranze e di chi si trova ancora “diverso” di fronte alla legge.

La mozione a Torino è stata bipartisan, portata avanti, tra gli altri, da tre consiglieri: Luca Cassiani, avvocato, del Pd, primo firmatario della mozione insieme ai colleghi Silvio Viale, radicale, e Chiara Appendino del Movimento 5 stelle.

Il risultato del 10 novembre ha una storia lunga. «L’abbiamo presentata il 30 aprile, poi emendata nuovamente. Credo di poter dire – ci dice Luca Cassiani – che siamo stati i primi a livello nazionale e ci siamo mossi subito dopo l’ordinanza del Tribunale di Grosseto che il 3 aprile 2014 aveva ordinato al proprio comune di trascrivere nei registri dello stato Civile i matrimoni di due persone dello stesso sesso contratto all’estero. Poi un vizio di forma ha portato all’annullamento in Appello di quella sentenza il 19 settembre».

Ma più che una questione di carattere giuridico questa è una battaglia sul piano politico, e da Torino arriva un altro forte segnale. «Anche se ormai tutti o quasi – prosegue Cassiani – dal premier Renzi al suo governo, sembrano favorevoli a una legge nazionale di questo tipo, siamo l’ultimo Stato dei grandi d’Europa a non riconoscere i matrimoni tra persone dello stesso sesso, nonostante il diritto sia sancito dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo e dalla Carta fondamentale dei diritti dell’Unione Europea. Con questo voto noi certifichiamo il fatto che due persone omosessuali si sono sposati all’estero e risiedono nel nostro Comune. Questo è il minimo nell’attesa finalmente di una legge anche e finalmente italiana».

A Torino non è stato dunque ascoltato il monito dei giorni precedenti dell’arcivescovo emerito di Torino cardinal Severino Poletto che aveva dichiarato «Non si vada dietro alla pazzia di certi sindaci che hanno trascritto. In Italia non si può fare e mi auguro che le leggi tengano conto di questa problematica. In questa vicenda è la visione antropologica della persona che va a farsi benedire». L’ennesima intromissione in uno Stato laico. Fortunatamente Torino ha votato in coscienza e conoscenza lasciando al vento della Mole le esternazioni di Poletto.

Torino però non registrerà i matrimoni all’anagrafe, visto che rischierebbero di essere immediatamente cancellate dai prefetti come è successo a Roma, Milano, Bologna, proprio per l’assenza di una legge nazionale. Fassino creerà all’interno del registro per le unioni civili istituito nel 2010, un’appendice che raggruppi le coppie omosessuali che si sono sposate all’estero nei Paesi che ammettono il matrimonio o creerà un nuovo elenco, proprio per evitare, anche visto il suo ruolo di presidente dell’Associazione dei comuni, lo scontro con i prefetti che nelle altre città hanno bocciato la trascrizione. Ma il gesto concreto rimane. Così come l’appello a governo e Parlamento: «Serve al più presto una legge che dia riconoscimento a queste unioni».  

L’intervista completa a Luca Cassiani su Radio Beckwith

Foto: licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic license | Immagine originale: “Torino-mole10” by zena011Flickr. Licensed under CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons.