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«Laicità, trasparenza ed efficacia»

 “Valuto molto positivamente l’iniziativa di controllo della Corte dei conti sul funzionamento e utilizzo delle risorse attribuite con l’otto per mille, anche se devo rilevare che è la prima volta che accade in quasi trent’anni di esistenza di questo particolare meccanismo”, ha dichiarato all’Agenzia Nev il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, in seguito alla deliberazione della Corte dei Conti resa pubblica lo scorso 28 novembre, sul meccanismo riguardante la ripartizione dei fondi, per cui i beneficiari «ricevono più dalla quota non espressa che da quella optata”. Per i magistrati contabili il sistema, così com’è impostato, non rispetta “i principi di proporzionalità, volontarietà e uguaglianza”. Pertanto, la Corte ritiene “opportuna una rinegoziazione” tra Stato e confessioni religiose.

Il moderatore Bernardini, apprezzando l’impianto generale dei rilievi mossi dalla magistratura contabile, ritiene «giusto chiedere criteri rigorosi sia nell’attribuzione dei fondi che nel resoconto del loro utilizzo, così come è giusto richiamare a una logica di sobrietà nelle campagne pubblicitarie. Ricordo, però, che la Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi) ha orientato l’intera gestione dei fondi che le sono stati attribuiti a criteri di laicità, trasparenza ed efficacia finanziando solo opere sociali, educative e culturali in Italia e all’estero escludendo le attività di culto, la retribuzione dei pastori e la ristrutturazione o la costruzione delle chiese. Inoltre, ha sempre pubblicato rapporti dettagliati sull’utilizzo dei fondi ricevuti e svolge un’attività di monitoraggio e valutazione dei progetti finanziati».

«La Tavola valdese – prosegue Bernardini – comprende che in un tempo di crisi si possano anche ridiscutere aspetti di questo sistema: per esempio, la riduzione della percentuale dall’otto al sette o al sei per mille è un’ipotesi che può essere considerata, soprattutto nel quadro di un impegno dello Stato a un uso mirato e strategico dei fondi così recuperati. Utilizzare invece i fondi dell’otto per mille attribuiti allo Stato, o quelli risparmiati con un’eventuale riduzione dell’aliquota, per improvvisate finalità, come è accaduto in passato, non ci pare un criterio valido né opportuno. La Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdese) è quindi pronta a dare il suo contributo per un confronto sulle criticità del sistema rilevate dalla Corte dei Conti, impegnandosi sin d’ora a difendere quel principio di laicità e di utilità sociale al quale ha improntato la sua gestione dell’otto per mille».

Fonte Nev