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Il Consiglio ecumenico delle chiese contro la schiavitù

«Ogni essere umano è una persona libera, sia essa ragazza o ragazzo, donna o uomo, e la sua esistenza deve essere improntata alla ricerca del buono per tutti i soggetti, in un clima di uguaglianza e fraternità. La moderna schiavitù, sia essa legata al traffico di essere umani, a lavori forzati o alla prostituzione, al traffico di organi o ad ogni altra relazione che non rispetti i diritti fondamentali di un individuo, è un crimine contro l’umanità» recita l’appello congiunto.

Fulata Mbano-Moyo, che per il Cec coordina le azioni del programma per le donne nella chiesa e nella società, ha presenziato alla riunione e ha sottolineato come «il traffico di esseri umani fa si che donne e bambini, che sono creati a immagine di Dio, vengano scandalosamente utilizzati per attività sessuali o di lavoro forzato. Il Cec ha accompagnato nel tempo nei propri percorsi di superamento della barriera razziale sia il movimento dei diritti civili statunitense e quello dei teologi di colore nella lotta all’apartheid. Continuando su questo filone noi ambiamo a far si che queste belle dichiarazioni d’intenti diventino realtà, e che le chiese giochino un ruolo da protagonista su queste tematiche».

Moyo ha inoltre espresso apprezzamento per la presenza femminile fra i firmatari hindu e buddisti, sottolineando come la partecipazione delle donne a tali campagne sia decisiva per il loro successo. Ha inoltre invitato tutte le chiese facenti parte del Cec a sottoscrivere la dichiarazione, incoraggiando chi non lo avesse già fatto a dare avvio ad azioni che portino ad una reale libertà per donne, uomini e bambini che siano vittime di soprusi e violenze di qualsiasi tipo. 

Fonte: Wcc