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Liberate le due cooperanti rapite in Siria

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le volontarie italiane rapite in Siria sono state infine liberate. Le due, 21 e 22 anni, erano state rapite nel nord della Siria il 31 luglio.

«La prima reazione è di allegria, sollievo e serenità nell’apprendere che queste due ragazze ritornano vive alle loro famiglie, questo è l’aspetto più importante – ha detto Vincenzo Pira, vicepresidente della Cooperativa Armadilla, che da più di dieci anni lavora in Siria – ovviamente, dovremo poi riflettere su alcuni punti importanti dell’operare in zone di emergenza e di rischio e di qual è il ruolo della comunità internazionale e delle organizzazioni che si occupano di aiuti umanitari di emergenza».

La situazione in Siria continua a essere drammatica: «i quattro anni di guerra in Siria hanno provocato circa 200 mila morti, un milione di feriti, 7,5 milioni di persone sfollate all’interno del paese e 3,7 milioni fuggite nei paesi vicini, Libano, Giordania e Turchia, che si trovano in condizioni molto difficili, soprattutto nell’inverno freddo – continua Pira – e dimenticare la condizione di queste milioni di persone vittime della guerra fino a quando non ci toccano personalmente dovrebbe farci riflettere».

Le polemiche in questa vicenda dovrebbero sfumare nella gioia del ritorno ma, secondo Pira, «l’aspetto deontologico di regole da rispettare negli aiuti umanitari resta: come organizzazioni umanitarie ci impegniamo con ogni sforzo per non operare come strumento di una politica estera, ma in modo indipendente dai governi». 

Le ragazze sono entrate in Siria dalla Turchia «attraverso un confine presidiato da gruppi armati e da bande criminali, quando qualsiasi entità organizzata vedeva che in quell’area e in quella situazione non era possibile operare: qui senza dubio c’è stata superficialità e fiducia in persone che hanno promesso cose che non hanno potuto mantenere».

Le due volontarie saranno sentite in giornata dalla Procura e il ministro Gentiloni riferirà in Parlamento. Ieri si era diffusa la notizia di un riscatto pagato per la liberazione, smentita dal governo. 

Copertina: Via Twitter