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Sfogliando i giornali del 21 gennaio

01 – Sanità, Corte dei Conti: senza investimenti a rischio i livelli essenziali di assistenza

La Corte dei conti ha pubblicato la propria relazione finanziaria sugli enti territoriali, riferita all’anno 2013. Nel rapporto viene lanciato l’allarme sul rischio, in assenza di investimenti nella sanità e nell’assistenza domiciliare e territoriale, di non poter più garantire nel breve e medio periodo i livelli essenziali di assistenza sanitaria. «Il riassorbimento dei deficit – si spiega nella relazione – è stato ottenuto con tagli lineari sulle principali voci di spesa, farmaceutica e personale, ma altri risparmi, ottenibili aumentando l’efficienza, se non reinvestiti in ambiti come l’assistenza territoriale e domiciliare o nella tecnologia, potrebbero rendere problematico il mantenimento dell’attuale assetto dei Livelli essenziali di assistenza». Le preoccupazioni della Corte sono riferite prevalentemente alle regioni del sud Italia, e nelle conclusioni si chiede la stesura di un nuovo piano nazionale per gli investimenti.

02 – L’aeroporto di Aden nello Yemen chiuso in forma di protesta

Ancora in evoluzione la situazione in Yemen: l’aeroporto di Aden, nel sud dello Yemen, è stato chiuso per denunciare il colpo di stato dei ribelli houthi nella capitale Sana’a. Il comitato della sicurezza della provincia di Aden ha infatti dichiarato che la chiusura dell’aeroporto internazionale è «una protesta contro gli attentati ai simboli della sovranità nazionale e della legalità costituzionale», e ha ribadito la propria solidarietà con il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi. Intanto, il capo dei miliziani ribelli, Abdel Malek al Houthi, ha dichiarato che ad oggi non si può escludere alcuna opzione contro il presidente Hadi, che rimane agli arresti, anche se non formali, nella sua residenza nella capitale. A distanza di 24 ore dall’attacco e dall’occupazione del palazzo presidenziale, in Yemen domina la tranquillità, ma si registra un clima di attesa per gli sviluppi politici.

03 – Terzo giorno di proteste nella Repubblica Democratica del Congo, nuove vittime

Ancora una giornata di scontri e violenze tra i manifestanti e la polizia a Kinshasa e nelle zone universitarie nei pressi della capitale della Repubblica Democratica del Congo. Il bilancio delle vittime è intanto salito a 42, secondo la Federazione internazionale per i diritti umani, mentre il governo afferma che i morti sarebbero quindici e la maggior parte di loro sarebbe stata uccisa dalle guardie della sicurezza private mentre stavano compiendo furti. Le proteste sono cominciate lunedì a causa della nuova legge elettorale, approvata nel fine settimana dalla camera e in attesa di un voto in Senato, con l’obiettivo di allungare il mandato del presidente Joseph Kabila e posticipare la data delle elezioni presidenziali, previste nel 2016.

04 – Il comandante dell’Esercito di resistenza del signore, l’ugandese Dominic Ongwen, è arrivato all’Aja per essere processato dalla Cpi

Dominic Ongwen, uno dei principali leader ribelli ugandesi dell’Esercito di resistenza del signore, Lra, è arrivato all’Aja, dove sarà processato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il governo dell’Uganda ha deciso di non opporsi al processo, anche se negli anni ha manifestato più volte le proprie perplessità e critiche nei confronti del tribunale e delle sue decisioni. Dominic Ongwen è uno tra i cinque comandanti ribelli dell’Lra ricercati sin dal 2005, quando era stato emesso un mandato di cattura nei suoi confronti. All’inizio del 2015 è stato lo stesso Ongwen a consegnarsi ai militari statunitensi in missione in Centrafrica, e ora rimarrà in carcere in Olanda fino all’inizio del processo. La data della prima udienza sarà annunciata entro 10 giorni.

05 – I paesi colpiti dal virus Ebola chiedono la cancellazione parziale del loro debito pubblico

Il presidente della Guinea, Alpha Condé, ha chiesto al Fondo monetario internazionale la cancellazione parziale del debito estero dei paesi più colpiti dall’epidemia del virus Ebola. Secondo il presidente, l’annullamento dovrebbe riguardare i debiti bilaterali e multilaterali, pari a un quinto del totale. La richiesta, appoggiata dai presidenti di Liberia e Sierra Leone, verrà probabilmente discussa al prossimo vertice dell’Unione africana, in programma per giugno. L’ipotesi di Alpha Condé è stata raccolta e appoggiata anche dalla Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa, che ha pubblicato una nota riguardante le ricadute economiche dell’epidemia, che ha finora provocato circa 8.500 vittime. Inoltre, anche gli Stati Uniti hanno inoltrato la richiesta al Fondo monetario internazionale, che deve ricevere dai tre paesi circa 480 milioni di dollari.

Foto monusco.unmissions.org/