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Accadde oggi, 3 febbraio

 

Oggi, 3 febbraio 1985, Desmond Tutu diventa il primo vescovo anglicano nero di Johannesburg, la più importante città del Sud Africa. Siamo negli anni dell’apartheid, della vergognosa discriminazione attuata dalla minoranza bianca della grande nazione africana nei confronti della maggioranza di colore. Nelson Mandela è ancora in carcere e lontano dal tornare ad essere un uomo libero quando Tutu nel 1976 decide di appoggiare le rivolte del quartiere di Soweto contro gli abusi del governo, ed in particolare contro la decisione di utilizzare nelle scuole l’Afrikaans, la lingua germanica dei bianchi coloni, ennesimo schiaffo in faccia a chi si batte per l’uguaglianza di tutti gli esseri umani. Dal 1978 Tutu è segretario generale del Consiglio sudafricano delle Chiese, e in questa veste continua l’instancabile opera di smantellamento delle discriminazioni razziali, fino a meritarsi il premio Nobel per la Pace nel 1984.

Quando si sono svolte le prime elezioni multirazziali in Sudafrica nel 1994, che hanno eletto Nelson Mandela come primo presidente nero della nazione, Mandela stesso lo  nomina presidente della Commissione Verità e Riconciliazione. Il mandato è di raccogliere e registrare le testimonianze di coloro che si erano resi colpevoli di violazioni dei diritti umani durante il regime dell’apartheid, o di coloro che erano stati le vittime di tali violazioni, con la possibilità di concedere l’amnistia ai reo confessi, e agevolare così il superamento di una pagina buia nella storia della nazione.

Oltre al Premio Nobel, a Tutu sono stati conferiti numerosi riconoscimenti, tra cui la Pacem in Terris Award, il John T. Walker Distinguished Humanitarian Service Award, il premio Lincoln, il premio Leadership Gandhi Peace e il premio Albert Schweitzer per l’Umanitarismo nel 1986 . Negli ultimi anni si è speso per un più consapevole utilizzo di metodi anticoncezionali in Africa e per condannare i regimi dittatoriali che di volta in volta si affacciano sulla scena internazionale. Grande amico di Tenzin Gyatso, il quattordicesimo  Dalai Lama, si impegna da anni con lui e con altri autorevoli uomini di pace a promuovere processi di riconciliazione ovunque ciò possa servire.

Una delle sue più celebri affermazioni tocca il delicato tema dell’evangelizzazione in Africa: «Quando i missionari giunsero in Africa loro avevano la Bibbia e noi avevamo la terra. Ci dissero : “Lasciateci pregare”. Chiudemmo gli occhi per farlo. Quando li riaprimmo noi avevamo la Bibbia e loro la terra».

Foto: Desmond Tutu al Kirchentag 2007 a Köln, foto di Raimond Spekking, con licenza  CC BY-SA 4.0,  via Wikimedia Commons