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Sfogliando i giornali del 23 febbraio

01 – Ucraina, l’esercito non ritirerà le armi se i ribelli non fermeranno gli attacchi

L’esercito ucraino ha annunciato questa mattina che il ritiro delle armi pesanti dalla linea del fronte nell’est del paese non potrà avere inizio se i separatisti filorussi non fermeranno gli attacchi contro le postazioni governative. In base all’accordo di Minsk, firmato il 12 febbraio ed entrato in vigore tre giorni dopo, le due parti hanno due settimane di tempo per ritirare l’artiglieria e i carri armati, e nel fine settimana esercito e ribelli avevano dichiarato di essere pronti ad avviare il procedimento. Tuttavia, nonostante il cessate il fuoco i combattimenti sono continuati, soprattutto nella città di Debaltseve, dove migliaia di soldati ucraini sono stati costretti ad abbandonare le loro postazioni lasciando la città in mano ai separatisti. «Dato che le postazioni militari continuano a essere colpite – ha dichiarato un portavoce dell’esercito di Kiev – , non si può ancora parlare del ritiro delle armi». Intanto, sabato 21 febbraio le forze governative e i ribelli hanno scambiato circa 200 prigionieri tra soldati e miliziani.

02 – Australia, leggi più severe sulla cittadinanza per combattere il terrorismo

Il primo ministro australiano, Tony Abbott, ha presentato oggi una riforma che rende più severe le leggi per ottenere la cittadinanza. La norma, motivata con la volontà di combattere il terrorismo, nasce dal fatto che decine di cittadini australiani stanno combattendo per il gruppo Stato islamico in Iraq e in Siria, e il loro ritorno in Australia potrebbe costituire una grave minaccia alla sicurezza nazionale. Tra i punti cardine della riforma, la sospensione o la revoca della cittadinanza australiana per le persone con doppia nazionalità coinvolte in atti di terrorismo, ma anche provvedimenti destinati ai cittadini con la sola cittadinanza australiana. «Tra le misure previste potrebbe esserci il divieto di lasciare l’Australia o di tornare in patria o di avere accesso ai consolati all’estero. – ha dichiarato Abbott – Stiamo pensando anche al blocco dei servizi di welfare». Intanto le autorità francesi hanno ritirato il passaporto e le carte d’identità a 6 francesi sospettati di essere in partenza per la Siria. Si tratta della prima volta che viene applicata la misura contenuta in una legge contro il terrorismo approvata a novembre.

03 – Sud Sudan, nessuna novità sui bambini rapiti nello stato dell’Upper Nile

Rimane incerto il destino di 89 minori rapiti sabato da uomini armati a Wau Shilluk, nei pressi della città di Malakal, nello stato dell’Upper Nile, una tra le regioni più problematiche della più giovane nazione del mondo, il Sud Sudan. Per ora non ci sono rivendicazioni, e la situazione ha acceso la paura di nuovi passi indietro sul terreno dei diritti umani. Secondo l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, i ragazzini sono tutti minorenni e in qualche caso hanno appena 12 anni. Il rapimento è avvenuto mentre in Sud Sudan procedeva la smobilitazione e il reintegro nella vita civile di 3000 ragazzini reclutati dagli ex ribelli di David Yau Yau. Unicef stima che, dall’inizio di un conflitto civile nel 2013, nel paese siano stati schierati sul campo di battaglia circa 12.000 minorenni.

04 – Egitto, l’attivista Abdel Fattah è stato condannato insieme ad altri 24 imputati

Un tribunale egiziano ha condannato a cinque anni di carcere l’attivista Alaa Abdel Fattah per avere violato una legge contro le proteste, insieme ad altri 24 imputati che dovranno sostenere anche le spese per una multa pari a 15.000 dollari ciascuno. Secondo l’accusa, il gruppo avrebbe attaccato la polizia durante una manifestazione che ha avuto luogo nel novembre del 2013. Adbel Fattah è una delle figure più importanti del movimento di protesta che nel febbraio del 2011 portò alla destituzione dell’allora presidente Hosni Mubarak, ed era già stato arrestato nel 2006, nel 2011 e nel 2013.

05 – Liberia, revocato il coprifuoco imposto da Ebola. Si riapriranno anche le frontiere

È stato revocato a partire da oggi il coprifuoco notturno in Liberia, istituito circa 6 mesi fa a causa dell’epidemia del virus Ebola. Ad annunciarlo è stata la presidente Ellen Johnson Sirleaf, che ha anche comunicato la prossima riapertura delle frontiere, che erano state chiuse ad agosto, nella fase più acuta dell’epidemia. Nelle ultime tre settimane i nuovi casi di Ebola registrati in Liberia sono stati 12, appena un decimo rispetto alla media del periodo più critico. Nell’ultimo anno, in Africa occidentale l’epidemia ha ucciso almeno 9.300 persone, e tra queste circa 4000 sono liberiane.

Foto “Australia Day” by Phil Whitehouse from London, United Kingdom, aka Phillie Casablanca on Flickr – Australia Day. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.