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Immaginare nuove prospettive per il Mediterraneo al Social Forum 2015

La “grande marcia dei popoli contro il terrorismo” ha aperto il Forum Sociale Mondiale 2015 a Tunisi: un segnale importante per il paese, che lentamente sta consolidando i propri processi democratici, ma che è stata sconvolta dall’attentato al museo del Bardo poche settimane fa. Ai seminari, convegni, assemblee e incontri del Social Forum partecipa anche l’osservatorio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Mediterranean Hope, che segue da vicino le tematiche che riguardano le frontiere e la giustizia sociale. Marta Bernardini ci ha raccontato come sta proseguendo il Forum.

Come state partecipando al Forum?

«Il forum mondiale di Tunisi è diviso in diversi temi, abbiamo quello della cittadinanza, frontiere, giustizia sociale, ambiente e temi più economici, che si sviluppano in workshop di vario tipo. Come Mediterranean Hope stiamo principalmente seguendo i temi che riguardano i confini, le frontiere e la giustizia sociale. Stamattina seguiremo un gruppo tenuto da Watch the med che si occupa di fare monitoraggio nel mediterraneo e l’idea è immaginare nuove prospettive nell’area mediterranea. Il Forum è composto da molte realtà diverse, attivisti, associazioni, persone della società civile che si autoorganizzano sui temi, e le diverse realtà propongono delle riflessioni». 

Come funzionano i lavori?

«Ognuno sceglie in base alla propria area di interesse o al proprio lavoro, ma poi è interessante vedere quali sono i gruppi che organizzano i seminari e scegliere in quale andare anche in base a nuove prospettive di collaborazione: in questi giorni siamo in stretto contatto con Arci Italia, con Emmaus, con Libera e con realtà con le quali vorremmo collaborare».

Una collaborazione al Forum, ma anche futura?

«Sì, il bello di Tunisi è poter consolidare legami che già ci sono o prendere nuovi contatti: sono diverse le associazioni con le quali ci stiamo interfacciando, per esempio un gruppo che sta riflettendo su un diritto d’asilo per tutti, o altri gruppi tunisini, con cui lavoreremo proprio oggi».

Come ha influenzato il Forum l’attentato del Museo del Bardo?

«Sicuramente l’attentato è stato un colpo molto forte per il paese, ma la partecipazione al Forum non ne ha risentito, anzi: le persone hanno voluto dimostrare una vicinanza al paese contro il terrorismo, per dare un segnale forte. La società civile sta reagendo, con forza, con energia, così come si è visto dalla manifestazione iniziale, molto partecipata nonostante la pioggia torrenziale. Molte le persone che continuano a ringraziare il Forum che ha mantenuto il suo programma nonostante i fatti di cronaca».

Come riporterete questi contenuti nella vostra attività di Mediterranean Hope?

«Stiamo continuando ad aggiornare la nostra pagina Facebook per far vedere quali sono i gruppi a cui stiamo partecipando, sicuramente una volta tornati a Lampedusa racconteremo di questi giorni con articoli, ma la cosa importante è che rimarremo in contatto con le realtà che abbiamo incontrato in questi giorni, italiane e non solo. Vedremo cosa verrà fuori da questo Forum: sicuramente l’esternalizzazione delle frontiere, il diritto di cittadinanza, oppure come ritrovare le persone sparite nei vari viaggi di migrazione».

Foto via Facebook