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Evangelizzare, perché?

 Dal 4 al 10 maggio si svolge, per il secondo anno, la Settimana dell’evangelizzazione delle chiese valdesi e metodiste che il Sinodo scorso ha incoraggiato, invitando «le chiese che hanno intrapreso iniziative di evangelizzazione a proseguire nel cammino e tutte le altre che ancora non hanno partecipato alla Settimana, a intraprendere gioiosamente questa iniziativa».

L’anno scorso, le iniziative delle chiese hanno dimostrato grande fantasia e spirito di partecipazione a partire dai culti celebrati all’aperto nelle piazze, oppure in grandi tendoni con cori e strumenti vari; ma vi è stata anche l’apertura dei propri spazi ecclesiastici, attrezzati per ospitare mostre, banchi di libri, conferenze, video; vi sono stati banchetti nelle piazze o lungo strade dove la gente passeggiava, sono stati regalati numerosi Nuovi Testamenti, esposti libri per la riflessione su temi religiosi e sociali, offerti opuscoli e volantini per riflettere su Dio e sulla sua Parola. Ci sono stati flash mob come quelli organizzati dai giovani e dalla Federazione giovanile evangelica (Fgei) che l’anno scorso ha riflettuto sul tema dell’evangelizzazione. Si è fatto largo uso del materiale prodotto dalla Commissione per l’evangelizzazione. Oltre il 70% delle nostre chiese valdesi e metodiste hanno ordinato il materiale per aderire alla Settimana e si sono proposte sul proprio territorio portando la testimonianza della parola di Dio in modo esplicito, consapevoli che «ogni credente è chiamato ad essere testimone del Risorto nella concretezza della sua esistenza quotidiana» (Art. 26 del Sinodo 2013).

Anche quest’anno le chiese hanno organizzato uno o diversi momenti di testimonianza pubblica, fuori dalle proprie mura, ma anche dentro. Perché riteniamo così importante, anche nella nostra epoca in cui si parla di società cristiana e di rispetto di tutte le confessioni e di tutte religioni, testimoniare pubblicamente l’evangelo di Gesù Cristo?

Perché non si può tenere solo per sé il messaggio dell’amore di Dio che ha determinato la trasformazione del nostro modo di vivere e di essere, liberandoci dall’angoscia del nostro peccato, rendendo possibile il nostro ravvedimento, la consapevolezza del suo perdono, della sua grazia, del suo un amore che coinvolge noi e il prossimo in un progetto di fraternità destinato a generare nuovi rapporti, relazioni, ponti, riconciliazione, solidarietà, accoglienza.

Inoltre, c’è ancora chi crede che malattie, lutti, prove, catastrofi siano punizioni che Dio infligge a causa dei nostri sbagli e per insegnarci a non commettere più il peccato: c’è chi ritiene che la nascita di un figlio down sia causa del proprio peccato, così come un tumore o una disgrazia. C’è chi ancora insegna questo e che «Sia fatta la tua volontà» significa subire un dio che bastona e colpisce, che usa il dolore e la sofferenza per castigare. Molte persone si allontanano da Dio perché non sono d’accordo con questo dio.

L’evangelo è proposta, non obbligo, tuttavia è necessario che il lieto annuncio della grazia giunga alle persone, perché ne sentano parlare, anche per le strade, ma «come potranno sentirne parlare, se non c’è chi lo annunci?» (Rom. 10,14). Dunque l’evangelizzazione.

La Commissione ha proposto per questa seconda settimana un versetto biblico tratto dalla lettera ai Galati 5,22: «I frutti dello Spirito sono: amore, gioia, pace», proprio per sottolineare che la fede non è credere che Dio prepari per noi punizioni tremende a causa dei nostri limiti umani, ma che, nonostante ciò, Dio ci ama e ci permette di vivere nella gioia della fede e nella pace della speranza risposta nelle promesse di Dio.

Tutti sono invitati a inviare alla Commissione per l’evangelizzazione resoconti e fotografie degli eventi organizzati (email: evangelizzazione@chiesavaldese.org), a produrre dei brevi video o foto, con un tablet o uno smartphone, relative a interviste o selfie che parlino dell’evangelizzazione. Alcuni saranno poi pubblicati sul sito www.evangelizzazione.chiesavaldese.org.