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Un culto nel feudo cattolico di Luserna

Luserna San Giovanni è un Comune di quasi 8000 abitanti all’imbocco della val Pellice. Nasce dalla fusione di due frazioni, Luserna (spesso conosciuta come Luserna Alta) e San Giovanni, avvenuta nel 1872. Già in passato, fino al 1657 però i due centri abitati erano un Comune unico. Il motivo che comportò la prima divisione è strettamente di carattere religioso in quanto Luserna è sempre stata sede dei signori locali, con una forte connotazione cattolica, mentre San Giovanni è stata eletta come avamposto valdese. La frazione di Luserna, tra l’altro, è in posizione strategica fra il «feudo» valdese di Rorà e il resto della valle e della pianura e quindi si capisce ancor di più quanto fosse importante per la chiesa cattolica mantenere un forte presidio in questo luogo. A testimonianza di ciò in pochi metri sorgono la centralissima chiesa di San Giacomo, la Casa Parrocchiale, la chiesa della Confraternita di Santa Croce, il Convento di San Francesco, il Convento dei Padri Serviti, convertito poi in ospedale (la fondazione di questo convento risale alla metà del 1300 e fino al 1803 fu sede delle missioni della Propaganda Fide, che avevano lo scopo di convertire i Valdesi). 

Il cuore del centro però è la piazza in cui sorge l’ala, il mercato coperto, dove appunto si è sempre tenuto un regolare e conosciuto mercato.

Qui il Primo Circuito delle chiese valdesi ha deciso di portare il culto dell’Ascensione ieri sera, giovedì 14 maggio. Una scelta «coraggiosa» che ha incontrato il favore dell’amministrazione comunale che ha concesso l’uso dell’ala e l’interesse dei fedeli. Come è ormai tradizione hanno partecipato le corali: quella di Luserna San Giovanni e di Rorà portando un canto mentre le altre erano presenti seppur in forma non ufficiale. I «Trombettieri della Val Pellice» hanno dato un ulteriore aiuto al canto. Presente un folto gruppo di fratelli e sorelle svizzeri. «È senz’altro la prima volta di un culto in questo luogo» ci ha spiegato il pastore Giorgio Tourn. Poche però le persone che si sono lasciate incuriosire. Qualcuno affacciato alle finestre, alcuni passanti attirati forse dal canto, ma erano per lo più membri delle comunità del Primo Circuito a presenziare al culto.

«L’atmosfera che si è respirata è stata senz’altro bella, gioiosa e positiva e il luogo che abbiamo scelto si è prestato benissimo al nostro culto – ci spiega Klaus Langeneck, sovrintendente del Primo Circuito e pastore a Torre Pellice –e ancora una volta la presenza dei Trombettieri della Val Pellice ha aiutato e arricchito il nostro canto all’aperto. Devo ammettere che la sensazione è stata però di una piazza vuota, che si è chiusa su noi stessi: non c’era nessuno in giro per il paese anche se bisogna ammettere che portare la nostra spiritualità in questa piazza molto “cattolica” è stata anche un piccola provocazione». Un esperimento che a vedere i numeri però è riuscito: oltre 200 le persone che hanno assistito alla predicazione di Bruno Gabrielli, pastore a Villar Pellice. «Se avessimo voluto coinvolgere maggiormente la popolazione –ammette Langeneck –avremmo dovuto impostare il culto in modo diverso da quello che è stato un culto fondamentalmente classico: se l’anno prossimo volessimo riproporre in un altro luogo a forte connotazione cattolica dovremmo creare più “spettacolo” con più canti, ad esempio. In ogni caso l’esperienza di ieri sera la riteniamo un buon risultato». 

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