cyberbullismo

I giovani, il Cyberbullismo e la Diaconia valdese

Il bullismo è ancora un problema troppo diffuso. Ma si sta evolvendo, da oltre cinque anni, nella sua versione digitale, chiamata cyberbullismo, che definisce un’ampia gamma di azioni di molestia effettuati tramite i nuovi mezzi di comunicazione, come e-mail, sms, blog, cellulari, siti web. Una  forma di disagio relazionale, di prevaricazione e di sopruso che non comporta violenza o altre forme di coercizione fisica ma, rispetto al bullismo tradizionale, è spesso più invasivo e difficile da controllare, in virtù delle caratteristiche dei nuovi strumenti digitali. Esempi sono il furto di identità telematica, il controllo da parte di estranei del profilo facebook, lo stalking via web tramite messaggi e chat sui social network e programmi di messaggistica istantanea, quali whatsapp, telegram, viber. 

Questi strumenti sono diffusissimi tra i giovani che spesso ne vengono sopraffatti. Diventano vittima di quei dispositivi per loro ormai indispensabili. Per questo c’è bisogno di una formazione che spesso i genitori, per mancanza di conoscenza, non sono in grado di fornire. La scuola, a stretto contatto con i ragazzi e le ragazze, percepisce il problema e i disagi che crea ma anch’essa non sempre sa come prevenirli. 

In questo contesto si è inserito e ha operato il servizio Giovani e Territorio della Diaconia valdese. Due educatrici hanno seguito un progetto, inserito nel programma di Xsone2.0, di interventi educativi e formativi nelle scuole secondarie del pinerolese. Il progetto intitolato “Tu, Io e il Cybermondo” ha visto coinvolte 19 classi e circa 400 studenti delle scuole medie e superiori del pinerolese negli ultimi sei mesi. «Per tutto l’inverno e la primavera  – ci spiega Vania Catalin, dell’Ufficio Giovani e Territorio della Csd – abbiamo lavorato con tre incontri per ogni classe di due ore ciascuno, proponendo delle attività che permettessero ai ragazzi e alle ragazze di prendere coscienza delle loro emozioni e di quelle degli altri. Non solo nella vita reale ma soprattutto in una situazione virtuale in cui la relazione face to face viene a mancare e in cui non ci si rende conto che alcune azioni che noi mettiamo in atto possono danneggiare la persona che sta dall’altra parte dello schermo. Abbiamo lavorato con loro attraverso giochi teatrali, fotolinguaggi, visione di video e riflessioni di quello che avevamo visto, abbiamo creato un gioco di ruolo appositamente per il progetto e abbiamo fornito loro consigli su come e dove rivolgersi se avessero avuto problemi di cyberbullismo o collegati alla comunicazione legata alle nuove tecnologie. Gli interventi sono proseguiti anche all’interno degli Spazio Adolescenti in Val Chisone e Val Pellice gestiti dai formatori della Csd. Gli obiettivi del progetto sono stati promuovere nei giovani l’esperienza di gruppo come strumento di crescita e partecipazione attiva, riflettere sull’impatto che le nuove tecnologie hanno sul singolo e sulla società, migliorare le conoscenze fra i giovani dei rischi legati all’uso delle tecnologie e conoscere le conseguenze penali legate ad atti di bullismo e cyberbullismo».

Venerdì 29 maggio a Pinerolo ci sarà il convegno conclusivo di questo percorso. “Tu, Io e il Cybermondo – Percorsi di educazione per comunicare e navigare sicuri” è il titolo e si svolgerà dalle 8.30 alle 13, all’Auditorium Baralis del Liceo Porporato. Un itinerario che vede nel convegno il suo momento conclusivo con la partecipazione di esperti di cyberbullismo, legalità ed adolescenza. Realizzato dalla Comunità Montana Pinerolese con il Servizio Giovani e Territorio della Diaconia Valdese – Coordinamento Opere Valli e con il contributo del Piano Locale Giovani – Città Metropolitana Torino, si fregia della collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Piemonte e della Città Metropolitana di Torino. 

Tra i relatori del convegno ci saranno Carla Comba, responsabile servizi socio-assistenziali ex-Comunità Montana del Pinerolese; Samuele Pigoni, responsabile CSD-Giovani e Territorio; Marco Maggi, consulente educativo e formatore, autore e redattore del sito www.smontailbullo.it. Lui è stato membro della Commissione Nazionale sul Bullismo Ministero Pubblica Istruzione e componente dell’Osservatorio sul bullismo dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte; Gianni Bona, professore di Pediatria all’Università del Piemonte Orientale a Novara e vice-presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale; Mauro Alovisio, giurista, esperto di privacy, blogger, fellow del Centro Nexa, direttore del Centro studi di Informatica Giuridica di Ivrea-Torino; 

Bruna Priotto, referente dell’area minori della SC Sert Pinerolo e del progetto Tam Tam; Bianca Chiappino e Vania Catalin, responsabili interventi educativi nelle scuole.

«L’idea che muove i nostri interventi nelle scuole – spiega Samuele Pigoni, responsabile Csd – Giovani e Territorio – è che per affrontare argomenti di tale portata emotiva sia necessario andare al di là dell’intervento esplicativo lavorando con la sperimentazione diretta delle emozioni e con il rafforzamento delle social skill. Attraverso attività di tipo teatrale e con lavori di riflessione in gruppo rafforziamo l’intelligenza emotiva, passando successivamente al lavoro più specifico sull’empatia, grazie ad un gioco di ruolo ideato appositamente per questo progetto».

Come ulteriore strumento di dialogo con i ragazzi coinvolti è stata creata la pagina facebook dedicata e verrà realizzata una cartolina da distribuire sul territorio con i “consigli” e le buone pratiche da adottare nell’utilizzo dei social network che i ragazzi e le ragazze hanno creato per i coetanei e le generazioni future che si avvicinano a questo mondo. In modo da avere dei giovani sempre più formati con gli “anticorpi” e gli strumenti per utilizzare al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie senza il rischio di rimanerne vittima. 

Ascolta l’intervista su Radio Beckwith

Foto Licenza: CC0 Public Domain