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La Riforma fu un formidabile evento mediatico

L’invenzione della stampa e i media sociali hanno molto in comune. È ciò che mette in risalto la nuova mostra del Museo Gutenberg a Magonza, intitolata «L’8º giorno, Dio creò il “cloud”», che durerà fino a febbraio 2016.

Il Museo mondiale della stampa, o Museo Gutenberg, che si trova a Magonza (Germania), organizza una nuova mostra che mette in evidenza il fatto che fu proprio a partire dalle tesi di Martin Lutero (1483-1546) che la stampa iniziò il suo sviluppo.

I visitatori avranno l’occasione di vedere in che modo la diffusione massiccia dei volantini stampati fece conoscere le idee della Riforma, e come Martin Lutero fu deliberatamente costruito come lo è oggi una star mediatica. Gli ideatori della mostra tessono stretti paralleli tra l’invenzione rivoluzionaria della stampa e i media virtuali di oggi.

La direttrice del museo mondiale della stampa, Annette Ludwig, ha dichiarato durante una conferenza stampa: «Lutero capì molto presto l’impatto dei libri, e che aveva proprio bisogno della tecnologia moderna per la diffusione delle sue tesi». Come le reti sociali di oggi, ma senza poter controllare la diffusione delle sue idee contando il numero di «mi piace».

Immagini più che parole. Le immagini mettono in risalto come nel ’500 i sostenitori e gli oppositori della Riforma si denigravano a vicenda. Due incisioni fra quelle esposte lo fanno vedere: una rappresenta il riformatore sotto i tratti di un anti cristiano che ha appena assassinato sette persone, e un’altra rappresenta il papa come un mostro con una testa d’asino e coperto di squame, con il sotto titolo «il papa-asino di Roma». Sono esposti anche libelli anti ebraici di Lutero.

La mostra rende conto inoltre del fatto che le autorità cercavano di controllare la diffusione massiccia dei volantini stampati. Si vede un «ordine di polizia» del 1578 che prescrive tra l’altro l’obbligo per gli stampatori di avere un’insegna. Si possono vedere anche moduli di indulgenze, che furono una delle motivazioni concrete della Riforma, nonché traduzioni della Bibbia in tedesco risalenti all’epoca di Lutero.

La mostra durerà fino a fine febbraio 2016. È completata da tre mostre annesse che si succederanno e mostreranno diversi aspetti delle 117 illustrazioni della Bibbia di Lutero (vedi qui accanto).

La Bibbia di Lutero, un lavoro di squadra, l’opera di una vita. Lutero lavorò fino alla sua morte, nel 1546, alla traduzione della Bibbia. In quell’anno fu pubblicata un’edizione riveduta di quella che da allora viene chiamata la «Bibbia di Lutero». Il riformatore cominciò la sua traduzione nel 1521, dopo la dieta di Worms che lo obbligò a trovare rifugio presso l’Elettore di Sassonia Federico III. Egli tradusse in quasi un anno tutto il Nuovo Testamento e alcuni estratti dell’Antico. Fu un best seller visto che nel 1525 l’opera aveva già 22 edizioni e circa 110 riedizioni. Un’intera squadra si mise a tradurre l’Antico Testamento, con Philip Melantone in testa, insieme a un gruppo di eruditi e di filologi. La Bibbia, finalmente completa, fu stampata nel 1534 a Wittenberg, composta di sei volumi illustrati. (Epd/Protestinter)

Foto “GutenbergmuseumMainz” di Amras wi di Wikipedia in tedesco (Testo originale: amras_wi) – Trasferito da de.wikipedia su Commons. Transfer was stated to be made by User:ChristianBier. (Testo originale: eigenes Photo). Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.