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Rifugiati. L’appello in vista della Giornata mondiale

Un invito a “commemorare coloro che sono morti in viaggio verso l’Europa alla ricerca di una vita dignitosa” è l’oggetto di una lettera che la Conferenza delle chiese europee (Kek) e la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (Ccme) hanno inviato alle chiese in vista del prossimo 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato.

In particolare, si rinnova l’appello affinché, nei culti di domenica 21 giugno o in incontri ecumenici appositamente organizzati, le chiese dedichino momenti di preghiera alla memoria delle oltre 22.400 persone che dal 2000 al 2014 «hanno perso la vita affogate in mare o nei fiumi, soffocate nei container di camion o navi». A questo scopo, sul sito del Ccme è possibile trovare materiali liturgici in inglese e tedesco. Il Comitato direttivo della Kek ha inoltre diffuso un comunicato sui confini esterni dell’Ue, approvato lo scorso 3 giugno.

In una dichiarazione del Comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), riunitosi in Armenia dal 7 al 12 giugno, invece si legge: «tutti i membri della comunità internazionale hanno l’obbligo morale e legale di salvare le vite di chi è in pericolo in mare o via terra, a prescindere dall’origine o status». Il comunicato si conclude con l’invito ai membri e partner ecumenici del Cec «unitamente a tutte le persone di buona volontà, a promuovere una maggiore apertura e accoglienza per lo straniero e il prossimo che versa in condizioni di bisogno e pericolo».

«Quest’anno la giornata mondiale del rifugiato la affidiamo alla drammatica attualità di questi giorni: le immagini di Roma, Milano e Ventimiglia dove persone in fuga cercano di oltrepassare la frontiera”, ha dichiarato Franca Di Lecce, direttore del Servizio rifugiati e migranti (Srm) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che ha proseguito: «Le frontiere e il loro attraversamento sono oggi la metafora di quel mondo-frontiera che è diventata l’Europa. Mentre i governi UE continuano incessantemente a concentrare gli sforzi sul dissuadere e bloccare gli ingressi, restringendo – fino ad annullarla – quella libertà di movimento, pilastro del progetto politico ed economico europeo, c’è una società civile che chiede e propone alternative. Una società civile che esprime solidarietà e la pratica concretamente nelle stazioni ferroviarie e nelle piazze nell’incontro umano con i rifugiati e migranti».

Foto “2013-02-16 – Wien – Demo Gleiche Rechte für alle (Refugee-Solidaritätsdemo) – Refugees are human beings” by HaeferlOwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.