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Scoprire storia e cultura valdese in un click. Un’applicazione pensata per turisti e residenti

Verrà lanciata ufficialmente il 21 giugno durante la festa annuale del Centro Culturale Valdese a Torre Pellice e rappresenta per certi versi una novità epocale nel mondo del protestantesimo italiano.

Si tratta di un’applicazione per smartphone (per ora solo per dispositivi Android, ma presto anche per iOs) che proporrà alcuni itinerari turistici legati alla presenza valdese sul territorio. Il progetto, curato dalla Diaconia Valdese nasce dalla necessità di considerare in modo nuovo la proposta del sistema delle foresterie. «Come Diaconia Valdese – spiega il segretario esecutivo della Csd, Gianluca Barbanotti – abbiamo la responsabilità, ma anche il privilegio, di gestire le Foresterie Valdesi che sviluppano il loro servizio di accoglienza con un’attenzione alla salvaguardia del creato e partecipando economicamente al sostegno delle opere socio-assistenziali». L’iniziativa, prosegue Barbanotti, punta ad «aumentare l’appeal delle foresterie aiutandole a “parlare” ai propri ospiti di quello che sono e di quello che rappresentano».

Si inizia con Torre Pellice e con tre itinerari realizzati in collaborazione con il Centro Culturale Valdese. «La partenza e l’arrivo dei percorsi sono la Foresteria Valdese e il Centro Culturale Valdese – racconta Nicoletta Favout dell’Ufficio Il Barba – nel mezzo, vi sono tre possibilità: un percorso breve, sulla sola via Beckwith, con i suoi edifici e le sue storie; un percorso lungo, per chi ha tempo e voglia di camminare, che porta ai Coppieri, sulla collina del forte, alla Chiesa Cattolica e nel centro del paese; un percorso medio, che include una scuoletta Beckwith e una passeggiata panoramica tra viale Dante e via Miravalle».

L’applicazione funziona in modo piuttosto semplice. «Presso la Foresteria e il Centro Culturale – prosegue Nicoletta Favout – il/la turista troverà le indicazioni per scaricare gratuitamente l’applicazione sul proprio smartphone. Quindi, davanti alla Foresteria, potrà iniziare il proprio percorso, “accompagnato” da tre personaggi che in luoghi definiti racconteranno alcuni fatti storici o d’attualità».

 

Ieri, complice il sole, abbiamo fatto la prima verifica in loco e possiamo affermare che… ci siamo. :DAncora qualche…

Posted by GAIAsmart on Domenica 3 maggio 2015

Il servizio nasce dalla collaborazione con GAIAsmart, una startup torinese (con le radici ben salde nel pinerolese) nata nell’Incubatore Imprese Innovative del Politecnico. GAIASmart, racconta Ivan Manca, uno degli sviluppatori, è «una applicazione e allo stesso tempo un catalogo online di itinerari che fondono lo storytelling, il gaming e le informazioni/curiosità legate al territorio in un’esperienza interattiva che somiglia ad una caccia al tesoro. Una modalità di esplorazione urbana che ha come obiettivi principali incentivare le “passeggiate” all’aria aperta e far conoscere il territorio al/alla turista, come a chi ci vive da sempre».

L’applicazione è già online e comprende itinerari a Pinerolo, Torino, Milano e Olbia. A questi, dal 21 giugno, si aggiungerà quello relativo ai valdesi a Torre Pellice. La particolarità è sempre la stessa: l’introduzione di modalità di scoperta del territorio che si ispirano alle regole del gioco. Tra gli addetti ai lavori si chiama gamification e in italiano si può tradurre con l’ostico termine ludicizzazione. In realtà è un concetto piuttosto semplice: si tratta di introdurre in attività più o meno quotidiane degli elementi tipici del gioco e del videogioco, come la caccia al tesoro o la creazione di narrazioni e storie che accompagnino l’esplorazione, l’introduzione di prove e livelli. È un campo di azione ampissimo che ritroviamo ormai in molte azioni di tutti i giorni: quando facciamo la spesa o quando, appunto, diventiamo turisti. «Grazie alla geolocalizzazione tramite Gps – prosegue Ivan Manca – il dispositivo mobile attira l’attenzione dell’utente solo quando necessario, incentivando per il resto del tempo una immersione nel mondo reale nel quale l’applicazione svolge il solo ruolo di guida e narratore».

«Le nuove tecnologie, in questo come in altri ambiti – racconta Nicoletta Favout – possono innanzitutto agevolare l’accesso a informazioni e contenuti. L’incontro e il confronto con persone del luogo restano la nostra offerta principale per conoscere e dialogare su un territorio e una chiesa; ma quando questo non è possibile, anche un racconto e un accompagnamento “virtuale” possono fornire informazioni e contenuti e magari stimolare curiosità e incontri successivi. L’applicazione verrà sperimentata nell’estate e potrà essere migliorata alla luce dei commenti e delle esperienze di chi la utilizzerà».

Si, perché online funziona da tempo così, come ricorda Barbanotti. «Il turismo ha subito l’impatto pieno della rivoluzione tecnologica. Si prenota, si paga, si valuta, si giudica, si leggono i consigli degli altri, il tutto on line. Offrire, accanto ai portali e ai siti in continuo aggiornamento, un nuovo servizio in chiave tecnologica, ci è sembrata un’idea interessante, in grado di attrarre anche nuovi ospiti».

La Gallery

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Bisogna, insomma, adattarsi ai tempi, cercando di far convivere tecnologie e tradizionale offerta culturale del territorio, senza che una snaturi l’altra. «Penso che per noi – conclude Nicoletta Favout – sarà essenzialmente l’occasione per raggiungere i turisti di passaggio, per ora in lingua italiana. Famiglie, amici, singoli che non volevano necessariamente una visita guidata ma che apprezzano la possibilità di farsi “accompagnare” sul territorio in altra formula, anche giocosa. Insomma, l’occasione per entrare in contatto con chi al momento era un “non-pubblico” e invogliarlo a fermarsi più a lungo, tornare, chiedere informazioni. Inoltre è senz’altro uno strumento in più da proporre a chi visita i luoghi in autonomia, quando viene a chiederci informazioni. La possibilità futura di una applicazione almeno in inglese renderà lo strumento accessibile anche per il numeroso pubblico straniero di passaggio sul territorio».

E guardando agli sviluppi futuri, Barbanotti precisa come si sia solo all’inizio di un percorso piuttosto lungo. «Dopo questo primo esperimento a Torre Pellice pensiamo di riproporre altri percorsi legati alle nostre strutture di Venezia, Firenze e Roma, ripercorrendo la presenza evangelica all’interno di queste città e il loro incontro con le altre confessioni».