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Il movimento anti-povertà di maggior successo nella storia

Era il settembre del 2000 quando 193 stati membro dell’Onu firmavano la Dichiarazione del millennio con la quale si impegnavano a raggiungere per l’anno 2015 otto obiettivi: sradicare la povertà estrema e la fame; rendere universale l’istruzione primaria; promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne; ridurre la mortalità infantile; ridurre la mortalità materna; combattere l’Hiv/Aids, la malaria e altre malattie; garantire la sostenibilità ambientale; sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.

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Questa settimana è stato pubblicato il rapporto 2015 sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio che a distanza di 15 anni parla di «notevole successo in tutto il mondo, pur riconoscendo che alcune carenze rimangono». I dati e le analisi presentati nella relazione dimostrano che con interventi mirati, strategie solide, risorse adeguate e la volontà politica anche i paesi più poveri possono migliorare il proprio standard di vita.

Due decenni fa, quasi la metà del mondo in via di sviluppo viveva in condizioni di estrema povertà. Il numero di persone che ora vivono in condizioni di povertà estrema è diminuito passando da 1,9 miliardi nel 1990 a 836 milioni nel 2015. E la parità di genere nella scuola primaria è stata raggiunta nella maggior parte dei paesi. «Dandosi degli obiettivi profondi e costanti, ora sappiamo che la povertà estrema può essere sradicata nell’arco di un’altra generazione», ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. «Gli Osm hanno notevolmente contribuito a questo progresso e ci hanno insegnato come i governi, le imprese e la società civile possono lavorare insieme per raggiungere trasformazioni innovative».

Tuttavia, le diseguaglianze persistono. Il rapporto ha evidenziato che sono stati fatti progressi significativi per molti degli obiettivi di sviluppo del millennio in tutto il mondo, ma il progresso non è stato uniforme in tutte le regioni e paesi, lasciando lacune significative. I conflitti restano la più grande minaccia per lo sviluppo umano, con i paesi colpiti da conflitti che sperimentano tassi di povertà più elevati.

I leader mondiali hanno chiesto un ambizioso programma di sostenibilità a lungo termine che prosegua gli Osm e che abbia tra i nuovi obiettivi: le disuguaglianze, la crescita economica, i posti di lavoro dignitosi, le città e gli insediamenti umani, l’industrializzazione, l’energia, i cambiamenti climatici, il consumo e la produzione sostenibili, la pace e la giustizia.

Commentando i risultati del rapporto, l’organizzazione umanitaria Christian Aid ha detto che gli Osm rivelano un’importante lezione su ciò che la comunità globale può compiere quando riconosce «un imperativo morale comune e la necessità di un’azione comune».

Il raggiungimento di obiettivi come l’aumento del numero di ragazze che hanno ricevuto l’istruzione primaria, l’arresto della diffusione della malaria e l’accesso all’acqua pulita, faranno la differenza per la vita quotidiana di migliaia di persone. È evidente che i progressi avvenuti in altri settori come, ad esempio, la crisi climatica e la crescente disuguaglianza a tutti i livelli, compresa quella tra donne e uomini, sono stati limitati, anche perché poco conosciuti 15 anni fa. «Ma ora che sono evidenti in maniera allarmante, è giunto il momento di un cambiamento fondamentale», ha concluso Christian Aid.

(Fonte: The Baptist Times)

Copertina di United States Mission Geneva, licenza  CC BY-SA 2.0,  via Flickr