1200px-frakciya_er_v_zale_plenarnyh_zasedaniy_gd

Russia. Caccia alle streghe contro le «organizzazioni indesiderabili»

Mercoledì 8 luglio la Camera alta del Parlamento russo, forte della legge sulle «organizzazioni indesiderabili» approvata in terza e definitiva lettura dalla Duma lo scorso 19 maggio, ha reso pubblica una lista di 12 Organizzazioni non governative – tra cui alcune istituzioni filantropiche americane attive in Russia da molti anni – considerate «indesiderabili».

Una volta designata come «indesiderabile», un’organizzazione deve porre subito fine alla sua presenza in Russia e le è vietato di raggiungere il pubblico attraverso i media russi o siti web. Ancora più importante: gli amici e i partner russi degli organismi designati devono prenderne le distanze. Infatti, secondo la legge russa, qualsiasi «coinvolgimento» nelle attività di un’«organizzazione indesiderabile» comporta la detenzione fino a sei anni.

La lista pubblicata include alcune organizzazioni che hanno sostenuto i gruppi della società civile russa per molti anni come: Open Society Foundations, la Fondazione MacArthur, e due associazioni ucraine internazionali. L’elenco comprende anche il Crimea Field Mission – una libera associazione di attivisti dei diritti umani, provenienti soprattutto dalla Russia e dall’Ucraina, che si recano in Crimea a rotazione per monitorare la situazione dei diritti umani in quella zona. Definendo questo gruppo “indesiderabile”, i parlamentari hanno dichiarato di considerare il monitoraggio dei diritti umani come una minaccia alla «sicurezza dello stato», alla «difesa nazionale», e all’«ordine costituzionale».

Prima che la lista fosse resa pubblica, l’ufficio di Mosca di Human Rights Watch è stato inondato di telefonate di giornalisti che chiedevano «Le nostre fonti hanno detto che Human Rights Watch sarà sulla lista. Cosa state pensando di fare?». Si è generato panico, apprensione, paura e forse questo è uno degli obiettivi della legge.

La legge autorizza il procuratore generale ad etichettare le organizzazioni «indesiderabili», sulla base delle informazioni ricevute da diverse fonti, tra cui i membri del Parlamento. È improbabile che tutte le 12 organizzazioni sulla lista dei senatori saranno vietate in una sola volta.

La legge sembra essere stata progettata per uso selettivo, e la sua attuazione probabilmente avverrà su una scala più piccola. Inoltre la lista dei senatori non è unica: diversi membri del Parlamento hanno elaborato più liste di coloro che sarebbero «indesiderabili». Questi elenchi non hanno alcun potere legale, ma possono intimidire, incitare all’autocensura, creando un clima di ostilità, paura e sospetto.

(Fonte: Hrw)

Foto: “Фракция ЕР В Зале Пленарных Заседаний ГД” by FOTOBANK.EROwn work. Licensed under CC BY-SA 3.0 via Wikimedia Commons.