1200px-a_street_inside_slum_of_lahore_pakistan

Pakistan. Una squadra di giovani cristiani con la missione di proteggere “armati” le chiese da attacchi terroristici

Ispirati dalle parole dell’evangelo di Luca 11, 21 «Quando l’uomo forte, ben armato, guarda l’ingresso della sua casa, ciò che egli possiede è al sicuro», 16 giovani cristiani pakistani di diversa formazione – banchieri, musicisti, operatori della società civile, insegnanti e tecnici di computer –hanno formato una squadra, munita di licenza di porto d’armi, per difendere le loro chiese.

La mission della squadra – che al momento è in cerca di personale medico di emergenza che risponda alle esigenze di primo soccorso in caso di un attacco – è quella di proteggere i luoghi di culto cristiani divenuti bersaglio dei recenti attacchi terroristici in Pakistan, paese a maggioranza musulmana, dove solo il 2% della popolazione è formata da cristiani.

Sostegno pieno al team da parte dei funzionari di polizia e di sicurezza locali, che contano sul fatto che la sorveglianza degli edifici durante gli incontri ecclesiastici e l’identificazione delle persone nei pressi dei luoghi di culto garantirà una maggiore sicurezza alle chiese.

La squadra ha iniziato a proteggere la Chiesa presbiteriana Shalom in Bahar Colony, Lahore, la capitale culturale e una delle aree più densamente popolate del paese.

Waqar Peter Gill, portavoce del team, ha detto che il gruppo vuole ampliare la sua missione, fornendo protezione e sicurezza ad almeno altre sei chiese nelle aree vicine. Per questo Gill ha lanciato ai giovani l’appello ad unirsi alla squadra: «Perché voi giovani siete la spina dorsale della Chiesa e della società, senza di voi e il vostro sostegno non possiamo andare avanti e passare il testimone della salvezza, dell’amore, della pace e della felicità alle generazioni future».

Parole di appoggio all’iniziativa sono giunte anche da Nazir S. Bhatti, presidente del Congresso cristiano del Pakistan (Pcc), che ha invitato i giovani a occuparsi della sicurezza delle chiese cristiane, finora non garantita dall’amministrazione musulmana. «È tempo per i giovani cristiani di unirsi, di vegliare. È tempo per i giovani cristiani affrontare il male e assumere una linea dura contro i terroristi in Pakistan per salvare la loro vita e i propri beni, per evitare le uccisioni dei propri fratelli, sorelle, madri, padri e figli».

Sulla questione dell’uso delle armi, le parole di Nazir S. Bhatti sembrano esprimere una certa distanza: «L’unità di per sé è un’arma forte. Se i giovani si uniscono non hanno bisogno di armi da fuoco, ma la loro fede nel Signore Gesù Cristo può essere la loro arma letale per deviare e sconfiggere le forze del male». Probabilmente, Bhatti deve aver trovato ispirazione piuttosto nelle parole bibliche di Gesù che disse: «Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, periranno di spada» (Matteo 26, 52).

Foto: “A street inside slum of Lahore Pakistan” by Guilhem VellutFlickr: Lahore Old City. Licensed under CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.