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Pinerolo, l’emporio ecumenico per gli indigenti

Si tratta di un progetto con «una valenza ecumenica importante». Così il pastore valdese Gianni Genre inizia la sua descrizione della realtà nata a Pinerolo alcuni anni fa quando la Diocesi e la Chiesa valdese di Pinerolo hanno unito le forze per aprire uno sportello ecumenico dedicato all’ascolto delle famiglie pinerolesi in difficoltà. Lo sportello è in via del Pino 59 a Pinerolo, nel centro storico, nei locali della Diocesi pinerolese; l’iniziativa è privata ma non confessionale.

Il servizio è nato come sportello informativo in grado di venire incontro, nella misura del possibile, ad esigenze, bisogni e richieste delle persone in difficoltà che, anche a Pinerolo, sono in crescita. Nell’aprile del 2014 arriva la scelta di aprire, nella stessa strada ma di fronte allo sportello, l’emporio solidale.

Ogni mese, le famiglie che aderiscono al servizio hanno una tessera con dei punti da spendere a seconda del o dei prodotti di cui hanno bisogno. L’iniziativa è rivolta soltanto alle persone residenti a Pinerolo: «purtroppo abbiamo dovuto fare questa scelta, non avevamo le risorse per tutti. Mi rendo conto che è sempre brutto mandare via delle persone e dire loro, “mi spiace non siete residenti a Pinerolo”», ammette il pastore Genre. Ormai sono quasi 550 i nuclei famigliari aiutati da questa iniziativa e che ogni mese si servono all’emporio alimentare ecumenico. Tra loro ci sono migranti e cittadini italiani.

L’emporio si sostiene con le offerte di molte persone e con il contributo abbastanza significativo delle chiese. La Chiesa di Pinerolo inserisce ogni anno una voce a bilancio di qualche migliaia di euro da destinare all’emporio, «una voce diventata ormai ordinaria nel nostro piccolo bilancio», spiega Genre. L’Otto per mille valdese contribuisce con circa diecimila euro l’anno e la Diocesi cattolica, viste le sue proporzioni, mette la parte più consistente. Poi ci sono i doni dei privati e degli ipermercati del pinerolese che mettono a disposizione derrate alimentari fresche e i prodotti in scadenza.

«Purtroppo – conclude Gianni Genre – dall’elenco che mi arriva ogni mese vedo che il numero delle famiglie sostenute aumenta sempre di più e non scorgo nel territorio segni di una fine di questa crisi economica. Noi cerchiamo nel nostro piccolo di aiutare chi non ce la fa, ed è bello farlo insieme agli altri cristiani».

Foto via pinerolovaldese.org