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Inedita alleanza tra ebrei e musulmani a difesa di interessi comuni in Europa

E’ nato a Vienna ai primi di settembre il Muslim-Jewish Leadership Council (Mjlc). Scopo del neonato Consiglio composto da una decina di rabbini e muftì, leader ebrei e musulmani, è in primo luogo quello di difendere i propri diritti alla libertà religiosa nei confronti delle istituzioni europee e dei governi dell’Unione europea (Ue). Alla luce dei ripetuti attacchi, anche giudiziari, subiti in vari paesi Ue in riferimento alle pratiche religiose della circoncisione, per esempio, ma anche della macellazione rituale, i leader europei delle due religioni, in barba alle ataviche divergenze, hanno deciso che, tutto sommato, «l’unione fa la forza».

Ibrahim al-Ziit, già direttore generale dell’Organizzazione mondiale di soccorso islamico, ha detto che «le comunità ebraiche e islamiche hanno un’eredità comune e condividono una stessa storia». Per lui la costituzione di questa inedita piattaforma (o «lobby», che dir si voglia, data la natura assai «particolaristica» dell’iniziativa), nasce da un’esigenza ben precisa: quella di far fronte ai tentativi di limitare la loro libertà religiosa. «Come credenti, prosegue al-Ziit, dobbiamo lottare a favore dei diritti delle minoranze religiose. Se rimaniamo uniti, saremo in grado di proteggere meglio i nostri diritti. Ma se siamo divisi, rischiamo di perdere il nostro diritto ad osservare come dovuto i comandamenti della nostra religione».

Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza rabbinica europea, per parte sua, è convinto che «insieme saremo in grado di sviluppare un approccio innovativo e creativo per meglio rapportarci con le istituzioni della Ue e con i governi», si legge su Ynetnews, sito israeliano di informazione in lingua inglese. Tra gli scopi del neonato Mjlc anche la promozione, soprattutto tra le giovani generazioni, del dialogo interreligioso, a cominciare dal mutuo rispetto e dalla conoscenza dell’altro. Pertanto, il nuovo organismo intende assicurare anche lo scambio di informazioni tra le due realtà, così essenziale ai bisogni, alle preoccupazioni e alle sfide delle comunità religiose locali e nazionali, dicono i fondatori del Mjlc.

«Certo, ogni forma di collaborazione seria e approfondita tra comunità di fede è da ritenersi positiva», ha commentato il pastore riformato Thomas Wipf, moderatore del Consiglio europeo dei leader religiosi (Ecrl) affiliato all’organizzazione mondiale Religions for Peace: in teoria «il» luogo deputato a promuovere il dialogo tra religioni in Europa e tra l’Europa e le religioni. «Sono convinto che in riferimento alla nostra responsabilità comune nel promuovere la pace e la mutua conoscenza, dovremmo e potremmo fare molto di più – ha affermato il pastore Wipf salutando la nascita del Mjlc –. Lo sappiamo, la convivenza tra ebrei e musulmani in molti casi non è affatto facile, ragione per cui tale consesso bilaterale senz’altro potrà fornire un prezioso servizio». Ma per quanto riguarda la difesa a livello europeo della laicità e della libertà religiosa, il pastore Wipf non ha dubbi: «L’impegno a favore della libertà religiosa, ma anche della pace religiosa nel quadro delle istituzioni europee, in quanto credenti di diverse comunità di fede, dovremmo portarlo avanti in maniera congiunta». Per il pastore Wipf il motivo è semplice: «perché la libertà religiosa riguarda tutti, nessuno escluso». In sostanza, aggiungiamo noi, perché è una questione di democrazia. E non di diritti a proprio uso e consumo.

A fine mese a Castel Gandolfo (Rm) con il titolo «Accoglienza reciproca – dalla paura alla fiducia» si terrà la prossima Assemblea europea di Religions for Peace, che vedrà riuniti, insieme al pastore Wipf, decine di leader religiosi europei – cristiani di varie confessioni, ebrei, musulmani, buddisti, induisti, sikh e zoroastriani. Ci sarà dunque modo per tornare sull’argomento, accanto alle altre tematiche sul tappeto quali i flussi migratori; la sfida demografica del vecchio continente; la crescita dell’antisemitismo, dell’islamofobia e di sentimenti anticristiani, nonché della xenofobia e del razzismo.

Intanto, la prima riunione costitutiva del Mjlc si è conclusa a Vienna, presso la sede del King Abdullah International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue (Kaiciid), tra i fondatori del nuovo Consiglio, con un appello accorato indirizzato ai politici europei affinché ai profughi, giunti in Europa a centinaia di migliaia, sia garantita «un’accoglienza dignitosa, l’assistenza medica, il transito e il trasporto». Condannando i trafficanti che lucrano sulla pelle dei migranti, puntando il dito sull’inerzia fin qui manifestata nel contrastare questi criminali, i leader ebrei e musulmani hanno invitato le comunità religiose e i singoli individui a dar man forte nel sostegno ai rifugiati. Tutti.

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